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San Felice di Gardumo Vescovo e martire

14 agosto

IV sec. (?)


Anche se con ci sono martirologi che citano le vicende relative a questo santo, nella chiesa arcipretale di San Felice, oggi dei santi Felice e Fortunato di Gardumo nella diocesi di Trento, era venerato un vescovo martire di nome Felice.
Secondo un’antica tradizione, la popolazione di Gardumo o Val di Gresta e dei paesi limitrofi conobbe la fede cristiana in un’epoca prima di S. Vigilio.
Infatti, è tradizione ritenere che intorno al 300 in quel territorio ci fu la predicazione del santo vescovo che era fuggito da qualche città italiana al tempo delle persecuzioni di Diocleziano.
Il vescovo Felice avrebbe annunciato il vangelo agli abitanti della Val di Gresta, e in altri paesi della Vallagarina e dell’Alto Garda.
Sempre la tradizione riporta che il vescovo subì il martirio gettato in una fossa di calce viva ad opera di alcuni abitanti di Valle di Gardumo.
Sul luogo della sua sepoltura sorse la chiesa della pieve di Gardumo che gli venne intitolata e fu una delle chiese “lagarine” erette "ab immemorabili".
Solo in un secondo tempo al culto di S. Felice di Gardumo si sarebbe sovrapposto quello dei santi Felice e Fortunato.
Nel corso del Settecento, il culto del santo martire ebbe un nuovo impulso in tutto il basso Trentino, dopo la costruzione della splendida cappella tombale e la traslazione delle reliquie fatta nel 1719.
La cappella è una grandiosa macchina scenografica, l’altare, realizzata in splendidi marmi variopinti, con una mensa che sostiene la grande urna con le reliquie, sormontata dalla statua del santo in gloria con in fianco due grandi angeli ceroferari in marmo bianco.
L’urna contenente le reliquie reca una lunga scritta che ricorda la traslazione: “Divo Felici / Patrono, Thaumaturgo, Fausti Omnis Corypeo / vetusta haec teca / demonium fuga aegris asylum / ad felicitatis incrementa / sacrum redditura pignus / inter sandalia antiststitis / superesites martyry testes / ossa tegit”.
Il culto nei confronti di questo santo è testimoniato anche dai numerosi pellegrini che arrivavano non solo dalla valle ma anche da Termenago in val di Sole, da Ala, da Sacco, da Nomi, come documentano i graffiti settecenteschi incisi nel marmo e gli ex voto che ancora ornano la cappella.
La festa e il ricordo per san Felice ricorrono nel giorno 14 agosto.


Autore:
Mauro Bonato

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Aggiunto/modificato il 2023-08-21

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