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Beate 15 Martiri della Congregazione delle Suore di Santa Caterina Vergine e Martire

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† Polonia e Russia, 1945

Papa Francesco in data 14 marzo 2024 ha riconosciuto il martirio in odio alla fede di Christophora Klomfass e 14 compagne, della Congregazione delle Suore di Santa Caterina Vergine e Martire; uccise in odio alla fede nel 1945 in Polonia e in Russia. I sovietici si avventarono sulle Suore per il loro evidente status di religiose e l’oltraggio feroce della castità ne fu il segno più palese. Ciò è confermato anche dall’accanirsi degli stessi soldati sui simboli religiosi delle Suore: i veli, i rosari, le immaginette e, soprattutto, il loro abito, quasi sempre tagliato e lacerato. Rimasero fedeli alla propria vocazione accettando il rischio, pur di rimanere accanto agli ammalati, ai bambini e agli orfani. Rimasero al proprio posto prodigandosi per il bene del prossimo.



Quindici Suore, appartenenti alla Congregazione di Santa Caterina Vergine e Martire, tutte morte tra il 22 gennaio e il 25 novembre 1945, durante l’invasione russa in Polonia.

Esse sono:

1. Suor Maria Christophora (Marta) Klomfass. Nata a Raschung (Rasząg) il 19 agosto 1903, emise la professione religiosa il 25 aprile 1928. Dopo aver vissuto in varie comunità, nel 1937 fu trasferita come Infermiera e Maestra nella Scuola per Infermiere presso il St. Marienkrankenhaus di Allenstein. Venne uccisa il 21 gennaio 1945. Aveva quasi 42 anni.

2. Suor Maria Liberia (Maria) Domnick. Nata il 12 ottobre 1904 a Klawsdorf-Waldhaus (Gajówka-Klewińska), emise i voti religiosi il 20 ottobre 1932. Dal 1939 fu Infermiera presso il Marienkrankenhaus di Allenstein, dove prestò il suo servizio come Seconda Assistente di Sala Operatoria. Venne uccisa il 22 gennaio 1945, colpita da una pallottola mentre si trova per strada, intenta a procurare del cibo per l’Ospedale. Aveva 40 anni.

3. Suor Maria Leonis (Käthe Elisabeth) Müller. Nata il 3 febbraio 1913 a Danzica (Gdańsk), emise la professione religiosa il 2 maggio 1938. Nel 1944, nel convento di Allenstein, svolgeva il servizio nell’amministrazione dell’Ospedale Marienkrankenhaus. Catturata dall’Armata Rossa il 22 gennaio 1945, fu ripetutamente violentata da 8 soldati sovietici e, il 27 gennaio, messa in carcere con altre consorelle. Il 9 febbraio venne trasferita al Campo di Zichenau (Ciechanów) per essere deportata in Russia il 16 marzo, dove morì probabilmente il 5 giugno 1945, per le violenze subite. Aveva 31 anni di età.

4. Suor Maria Mauritia (Anna) Margenfeld. Nata il 24 aprile 1904 ad Engelswalde (Sawity), il 20 ottobre 1932 emise la professione religiosa. Nel 1937 fu trasferita presso la comunità delle Suore di Allenstein, a servizio dell’Ospedale Marienkrankenhaus come Capo Dietologa e Insegnante di cucina nella Scuola per Infermiere. Catturata dall’Armata Rossa e ripetutamente violentata dai soldati sovietici, venne condotta in marcia forzata sino a Praschnitz (Przasnysz), per essere condotta il giorno successivo, sempre a piedi, a Zichenau, distante 27 km. Da qui, deportata a Tula dove si prese cura dei malati di tifo. Morì per i maltrattamenti il 7 aprile 1945. Stava per compiere 41 anni di età.

5. Suor Maria Tiburtia (Cäcilia) Mischke. Nata il 27 ottobre 1888 a Krokau (Krokowo), emise la professione religiosa il 12 ottobre 1909. Catturata dai sovietici il 21 gennaio 1945 a Allenstein, fu violentata e maltrattata per un’intera notte. Il 23 gennaio venne carcerata e, il 3 febbraio successivo, fu condotta in marcia forzata a Praschnitz (Przasnysz) da dove venne deportata a Tula in Russia. Il 7 agosto 1945, avendo assistito le altre consorelle e i malati, deperita e avendo contratto il tifo morì nel Campo di Osanowa, in Russia. Aveva 56 anni di età.

6. Suor Maria Sekundina (Barbara) Rautenberg. Nata il 23 dicembre 1887 a Blankenberg (Gołogóra), nel 1912 emise la professione religiosa. A Rastenburg (Kętrzyn), presso il Convento di Fischerstrasse, fu uccisa il 27 gennaio 1945. Aveva 57 anni di età.

7. Suor Maria Adelgard (Agathe Euphemia) Bönigk. Nata il 5 febbraio 1900 ad Altmark (Stary Targ), il 20 aprile 1926 emise la professione religiosa. A Rastenburg, dove aiutava nella chiesa parrocchiale e nell’assistenza degli infermi, fu uccisa il 27 gennaio 1945. Stava per compiere 45 anni di età.

8. Suor Maria Aniceta (Clara Anna) Skibowski. Nata il 12 agosto 1882 a Groß Bertung (Bartąg), il 25 aprile 1905 emise la professione religiosa. Fu uccisa a Heilsberg, dove svolgeva il servizio di infermiera, il 2 febbraio 1945. Aveva 62 anni di età.

9. Suor Maria Gebharda (Maria) Schröter. Nata il 1° dicembre 1886 a Karschau (Karszewo), emise la professione religiosa nel 1918. Fu uccisa a Seilergasse di Heilsberg il 2 febbraio 1945. Aveva 58 anni di età.

10. Suor Maria Sabinella (Rosalia) Angrick. Nata il 29 settembre 1880 a Schöndammerau (Dąbrowa), il 3 aprile 1902 emise la professione religiosa. Fu uccisa nel Convento di Heilsberg il 2 febbraio 1945. Aveva 64 anni di età.

11. Suor Maria Bona (Anna) Pestka. Nata nel 1905, emise la professione religiosa il 30 aprile 1932 e quella perpetua il 30 aprile 1935. Contratta la tubercolosi, fu ricoverata all’Ospedale sull’Andreasberg a Wormditt (Orneta), dove fu malmenata dai soldati dell’Armata Rossa il 14 febbraio 1945. Morì in conseguenza dei pestaggi il 1° maggio 1945. Aveva circa 40 anni di età.

12. Suor Maria Gunhild (Dorothea) Steffen. Nata il 2 settembre 1918 a Rosenwalde (Wola Wilknicka), il 26 ottobre 1939 emise la professione religiosa. Mentre si trovava in servizio presso l’Ospedale Marienkrankenhaus di Allenstein, contrasse la tubercolosi polmonare. Ricoverata nel Sanatorio di Wormditt, fu violentata, percossa e torturata dai soldati il 14 febbraio 1945. Ricevette tre colpi di arma da fuoco, che ne provocano la morte il 30 maggio 1945. Aveva 26 anni di età.

13. Suor Maira Rolanda (Maria) Abraham. Nata il 17 giugno 1914 a Tolkemit (Tolkmicko), il 2 maggio 1938 emise la professione religiosa. Contratta la tubercolosi polmonare, fu ricoverata nel Sanatorio sull’Andreasberg a Wormditt. Dopo essere stata violentata e percossa dai soldati dell’Armata Rossa il 14 febbraio 1945, morì il 2 luglio 1945. Aveva 31 anni di età.

14. Suor Maria Charitina (Hedwig) Fahl. Nata il 10 marzo 1887 a Bürgerwald (Miejska Wola), il 29 aprile 1912 emise la professione religiosa. Mentre svolgeva il servizio di Vicaria Generale della Congregazione, il 22 febbraio 1945, le autorità tedesche emanarono l’ordine di evacuare la popolazione civile da Braunsberg e, tra il 23 e il 24 febbraio, le Suore furono caricate sui camion delle SS e scaricate ad Heiligenbeil (Mamonowo), dove si imbarcarono su un traghetto per Danzica. Qui subirono l’aggressione dei soldati dell’Armata Rossa. La Serva di Dio tentò di proteggere le Novizie ma fu percossa e colpita con il calcio del fucile. Morì il 5 giugno 1945 in seguito alle ferite riportate. Aveva 58 anni di età.

15. Suor Maria Xaveria (Maria) Rohwedder. Nata il 25 maggio 1887 a Plal wich (Płoskinia), il 23 aprile 1907 a Braunsberg emise la professione religiosa. Mentre era in viaggio per la Germania, alla stazione di Deutsch Eylau (Iława), venne duramente percossa da un soldato. Non potendo assumere cibo a causa delle ferite, morì il 25 novembre 1945, sul treno nei pressi di Schneidemühl (Piła). Aveva 58 anni di età.

Nei giorni in cui l’Armata Rossa entrò in Polonia, il contesto fu caratterizzato dal dilagare dell’ideologia atea e comunista che avversava la Chiesa Cattolica, le sue strutture e i suoi esponenti in quanto ritenuti dannosi per gli interessi del comunismo.
Riguardo al martirio materiale, alcune Suore furono uccise subito, mentre altre morirono dopo qualche tempo in seguito alle violenze subite.
Circa l’elemento formale ex parte persecutoris, l’Armata Rossa era composta da ufficiali e soldati impregnati di idee atee e contrarie alla Chiesa Cattolica e le Suore erano riconoscibili in quanto indossavano l’abito religioso. Esse furono violentate e colpite con estrema efferatezza, segno di un odio feroce nei loro confronti. Non è da escludere un’ostilità dovuta anche al fatto che fossero tutte di origine tedesca. Ma accanto a questa probabile volontà di vendetta, i sovietici si avventarono sulle Suore per il loro evidente status di religiose e l’oltraggio feroce della castità ne fu il segno più palese. Ciò sembra confermato anche dall’accanirsi degli stessi soldati sui simboli religiosi delle Suore: i veli, i rosari, le immaginette e, soprattutto, il loro abito, quasi sempre tagliato e lacerato. Anche le Suore morte di tifo nei campi di concentramento russi sono da ritenere martiri poiché si ammalarono in quanto costrette a vivere in condizioni terribili, perendo ex aerumnis carceris.
È chiaro il martirio formale ex parte victimarum. Le Suore rimasero fedeli alla propria vocazione accettando il rischio, pur di rimanere accanto agli ammalati, ai bambini e agli orfani. Pur avendo avuto la possibilità di fuggire, come fecero altre religiose anche della stessa Congregazione, rimasero al proprio posto prodigandosi per il bene del prossimo.
La fama di martirio è rimasta costante nel tempo, soprattutto nei luoghi in cui si verificarono i fatti e all’interno della Congregazione di appartenenza.


Fonte:
www.causesanti.va

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Aggiunto/modificato il 2024-03-20

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