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San Remigio Arcivescovo di Rouen

19 gennaio

† 19 gennaio 771-772

Figlio del celebre maestro di palazzo Carlo Martello, fu arcivescovo di Rouen dal 755 al 772. La sua elezione fu determinata dal rapporto di parentela con il re Pipino il Breve, che lo inviò in missione diplomatica presso il re dei Longobardi Desiderio. Remigio si adoperò anche per introdurre il canto gregoriano nella sua diocesi, inviando a Roma dei monaci per completare la loro formazione. Morì il 19 gennaio 771-772, e fu subito venerato come santo. Il suo corpo fu trasferito a Soissons per sottrarlo alle scorrerie normanne, e ritornò a Rouen nel 1090. Fu bruciato dai protestanti nel 1562.

Martirologio Romano: A Rouen in Neustria, in Francia, san Remigio, vescovo, fratello del re Pipino, che con solerte operosità si adoperò perché il canto della salmodia fosse modulato secondo l’uso romano.


Figlio del celebre maestro di palazzo Carlo Martello (morto nel 741), Remigio (lat. Remedius, Remigius; fr. Remi) fu fatto arcivescovo di Rouen nel 755, mentre il fratello Pipino era diventato re nel 751. Scarse sono le notizie riguardanti il periodo precedente; secondo i Miraculasancii Benedicti, composti alla fine del secolo IX, egli avrebbe avuto l’incarico dal fratello Pipino, al tempo di papa Zaccaria (741-752), di recarsi a Fleury-sur-Loire per riprendere le reliquie di san Benedetto, che vi si trovavano dal 702, e riportarle a Montecassino. Questa missione, anteriore alla sua elevazione alla cattedra di Rouen, si concluse con un insuccesso, perché nel momento in cui apriva la tomba, sarebbe stato colpito da un misterioso terrore e da cecità, da cui poi guarì per le preghiere dell’abate del luogo. Tutta questa storia appare strana; comunque è provata la presenza di reliquie di san Benedetto a Fleury-sur-Loire.
Gli illustri natali di Remigio lo condussero a prender parte ad affari politici: nel 760 Pipino lo inviò, in veste d’ambasciatore, presso Desiderio, re dei Longobardi, con l’incarico di esortare il re a restituire alla Chiesa romana alcuni territori. Il papa Paolo I, ringraziando il re in una lettera, dice di Remigio Deo amabilis Remedius.
L’arcivescovo ebbe cura anche d’introdurre nella sua diocesi il canto gregoriano; a tal fine condusse con sé da Roma un certo Simeone, capo della scuola dei cantori, perché istruisse i suoi amici in psalmodiae modulatione; ma Simeone fu tosto richiamato e Remigio, allora, mandò a Roma alcuni monaci per completare la loro formazione; questo prima del 767.
Sappiamo inoltre che Remigio fu presente al sinodo di Attigny nel 765, e che morì, certamente, nel 771-772, un 19 gennaio, giorno in cui fu celebrata sempre la sua memoria a Rouen. Divenne subito oggetto di culto; infatti, all’epoca di Carlo il Calvo (morto nel 877) il suo corpo fu trasferito, con le reliquie di altri santi, a Soissons, senza dubbio per sottrarlo alle scorrerie normanne. I resti ritornarono a Rouen soltanto nel 1090; furono, però, bruciati dai protestanti nel 1562.


Autore:
Henri Platelle


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2019-06-20

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