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San Drottoveo Abate a Parigi

10 marzo

† 580 circa

Nato intorno al 530, Drottoveo si distinse per la sua fede e cultura. Divenne abate a Parigi, guidando la comunità monastica e diffondendo il sapere. Uomo di grande levatura intellettuale, Drottoveo si dedicò anche alla cura del popolo. La sua fama di santità si diffuse rapidamente e dopo la sua morte, avvenuta intorno al 580, fu venerato come patrono di Parigi.

Martirologio Romano: A Parigi in Francia, san Droctoveo, abate, che san Germano di Autun, suo maestro, pose a capo di un cenobio di monaci istituito in questa città.


Nella Gallia Merovingia, un faro di santità illuminava la città di Parigi. Il suo nome era Drottoveo, abate di un monastero che sarebbe diventato leggendario: Saint-Germain-des-Prés. Nato intorno al 530, Drottoveo si formò alla scuola di San Germano d'Autun, un luminare della Chiesa franca. Il suo discepolo prediletto, Drottoveo lo seguì a Parigi quando Germano divenne vescovo della città.
Nel 558, alla morte del re Childeberto, Germano consacrò una chiesa dedicata a San Vincenzo. Affidò la custodia di questa chiesa e delle reliquie del martire spagnolo a una comunità monastica guidata da Drottoveo. Si trattava, con ogni probabilità, del monastero della Santa Croce e di San Vincenzo, che in seguito sarebbe stato conosciuto come Saint-Germain-des-Prés.
Sotto la guida di Drottoveo, il monastero fiorì. La sua santità e il suo zelo attirarono nuovi membri, tra cui alcuni dei più illustri personaggi dell'epoca. Il monastero divenne un centro di cultura e di spiritualità, irradiando la luce del Vangelo nella Gallia Merovingia.
Drottoveo morì verso il 580, lasciando un'eredità duratura. Il suo corpo fu sepolto nella chiesa abbaziale e la sua fama di santità si diffuse rapidamente. I Benedettini lo venerarono come uno dei loro, e la sua memoria è ancora oggi celebrata nei Propri di Parigi e di Autun.

Autore: Franco Dieghi
 


 

Le notizie più antiche su Drottoveo sono tramandate dal suo contemporaneo Venanzio Fortunato, il quale gli dedica il capitolo XI del 1. IX dei suoi Carmina. Una Vita andò perduta in seguito alle scorrerie dei Normanni, che ripetutamente, nell'845 e nell'857, incendiarono il monastero parigino di San Vincenzo. Gislemaro, che figura nelle liste dei monaci dello stesso monastero tra l'841 e l'847, scrisse una nuova Vita di non molto valore, nella quale riferì quanto si tramandava sul santo monastero.
Drottoveo nacque verso il 530. Si formò alla scuola di san Germano, allora abate di san Sinforiano ad Autun, il quale, allorché fu nominato vescovo di Parigi, condusse con sé il suo discepolo. Alla morte di Childeberto nel 558, Germano procedé alla dedicazione della chiesa, che quel re aveva fatto costruire per conservare la stola del martire spagnolo san Vincenzo, e ne affidò la custodia ad una comunità moastica della quale diede la direzione a Drottoveo nonostante che Venanzio Fortunato non lo precisi, si tratta con ogni probabilità del monastero della Santa Croce e di San Vincenzo, che più tardi si chiamerà Saint-Germain-des-Prés. Esso, nel ventennio del governo di Drottoveo, ebbe un grande sviluppo ed acquistò una grande rinomanza. Drottoveo morì verso il 580 in fama di santità e il suo corpo fu sepolto nella chiesa abbaziale.
Venanzio Fortunato lo aveva chiamato "vir venerande, sacre meriti et honorem calende, Droctovee, mihi semper amore Pater", nel carme a lui dedicato e la venerazione generale con la quale era seguito in vita continuò alla sua morte e ben presto fu oggetto di culto. Usuardo lo ricorda al 10 marzo nel suo Martirologio. Tale elogio viene ripreso dal Martirologio Romano nella stessa data.
I Benedettini lo considerarono un loro santo, come hanno fatto per tutti quelli dei monasteri passati in un secondo tempo sotto la loro regola. La sua memoria figura nei Propri di Parigi e di Autun.

 


Autore:
Gian Michele Fusconi


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2024-02-02

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