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San Ludolfo di Ratzeburg Vescovo

29 marzo

† Wismar, Germania, 29 marzo 1250

Canonico Premostratense della chiesa cattedrale di Ratzeburg e cooperatore dell'abate, fu eletto vescovo dai confratelli nell'anno 1236. Condusse una vita strettamente religiosa e si dedicò totalmente alla predicazione del Verbo divino con molto successo. Da vescovo resisté fermamente ad Alberto Urso, duca di Sassonia, il quale voleva, come Achab, radere al suolo la chiesa cattedrale, per sistemare un oliveto.
Il duca, volendo ottenere più facilmente il consenso del prelato, lo fece rinchiudere in carcere e lo sottopose a numerosi tormenti. Tuttavia, affinché non gli venisse imputata la morte di Ludolfo, lo rilasciò. Questo trovò esilio presso Giovanni, principe di Mecklemburgo, dove morì, spossato dalla fame e dalle ferite, il 29 marzo 1255.

Martirologio Romano: A Wismar nello Holstein in Germania, san Ludolfo, vescovo di Ratzeburg e martire, che per aver difeso la libertà della Chiesa fu gettato, per ordine del duca Alberto, in uno squallido carcere e ne fu così prostrato fisicamente, che, non appena liberato dei ceppi, migrò da questo mondo.

Ascolta da RadioRai:   
  

La vita di Ludolfo, vescovo di Ratzeburg, offre uno spaccato affascinante sulla Germania del XIII secolo, intrecciando le vicende di un uomo di fede con le lotte di potere tra Chiesa e Impero.
Canonico Premostratense eletto vescovo nel 1236, Ludolfo si distinse per la sua devozione e il suo zelo pastorale, dedicandosi con ardore alla predicazione e alla cura del suo gregge.
La sua integrità morale lo portò però a scontrarsi con il potente duca Alberto Urso di Sassonia, il quale, in un atto di spregio verso la Chiesa, progettò di abbattere la cattedrale di Ratzeburg per impiantarvi un oliveto.
Di fronte all'intransigenza del vescovo, Alberto Urso ricorse alla forza, imprigionandolo e sottoponendolo a crudeli tormenti. Pur di non cedere alle sue pretese, Ludolfo sopportò con stoica fermezza le sofferenze, fino a quando il duca, temendo di causarne la morte e di incorrere in scomunica, lo rilasciò.
Costretto all'esilio, Ludolfo trovò rifugio presso il principe Giovanni di Mecklemburgo, dove morì il 29 marzo 1255, stremato dalle privazioni e dalle ferite. La sua fama di santità si diffuse rapidamente e la Chiesa lo venerò come martire della libertà ecclesiastica, esempio di incrollabile fede e resistenza all'oppressione.


Autore:
Franco Dieghi

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Aggiunto/modificato il 2024-02-24

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