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Santi Andrea Zoerard e Benedetto Eremiti

17 luglio

Sant’Andrea Zoerard era un eremita di origine polacca che viveva sul monte Zobor in Ungheria, vicino ad un monastero benedettino, sotto la cui influenza ammaestrò San Benedetto di Skalka. Morì intorno al 1010. La sua vita fu scritta dal beato Mauro, benedettino. Fu canonizzato nel 1083.Nel commemorarlo in data 17 luglio, così ne fa menzione il Martyrologium Romanum insieme al santo suo discepolo: “A Nitra sull’omonimo fiume presso i monti Carpazi, nell’odierna Slovacchia, santi Zoerardo o Andrea e Benedetto, eremiti, che, venuti, su richiesta del re santo Stefano, dalla Polonia in Ungheria, condussero in un eremo sul monte Zobor una vita di estrema austerità”.Pare priva di fondamento la tradizione che vuole i due santi appartenenti all’ordine camaldolese, nonché l’eventualità del loro martirio.

Martirologio Romano: A Nitra sull’omonimo fiume presso i monti Carpazi, nell’odierna Slovacchia, santi Zoerardo o Andrea e Benedetto, eremiti, che, venuti, su richiesta del re santo Stefano, dalla Polonia in Ungheria, condussero in un eremo sul monte Zobor una vita di estrema austeritŕ.


Vissero nel sec. XI.
Zoerard, nato in Polonia, fu monaco benedettino, col nome di Andrea, nell'abbazia ungherese di Zobor, presso Nitra (Neutra). Poi, col consenso dell'abate Filippo, si ritiro in una grotta presso l'odierna Skalka, sulle rive del fiume Waag, riprendendo la vita eremitica, da lui già sperimentata in Polonia, con rinnovato rigore di penitenze. Di giorno tagliava la legna nei boschi, la notte vegliava in preghiera su un tronco d'albero cinto di spine e di punte che gl'impedivano di cedere al sonno. In quaresima mangiava solo una noce al giorno, tanto che svenne più volte per la fame. Dopo la sua morte. gli fu trovato sul corpo un cilicio, costituito da una catena di ferro profondamente conficcata nelle carni.
Benedetto, suo discepolo, visse per tre anni nella cella di Andrea dopo la morte di questo. Assalito da predoni, fu gettato nel fiume. Si racconta che, in seguite a un indizio offerto da un'aquila, il suo corpo fu trovato intatto dopo un anno; fu seppellito con quello di Andrea nel duomo di Nitra, già intitolati a s. Emmeramo.
Andrea è considerato da alcuni, ma erroneamente, un camaldolese; anche il titolo di martire, con cui è talora accomunato a Benedetto, non gli conviene.
Le testimonianze sul culto dei due santi sono copiose, sia in Ungheria che in Polonia (soprattutto a Czchow e a Optatowice). Il cilicio di Andrea fu donato nel 1064 al principe Géza, poi re d'Ungheria; presso il sepolcro dei santi avvennero de miracoli. Le loro immagini si trovano nell'abbazia ungherese di S. Martino (rilievo di I. Zàszlós, 1938); un'immagine del solo Andrea è in una cripta della chiesa camaldolese di S. Maria in Gradi ad Arezzo (XVII-XVIII sec.?).
 


Autore:
Ernö Mihályi


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2015-06-18

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