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Sant' Amato di Nusco Vescovo

30 settembre

Nusco, 1003 ca. - 30 settembre 1093

Originario di Nusco, in Irpinia, tra le valli dell'Ofanto e del Calore, Amato nasce intorno al 1003. Figlio di in una famiglia benestante del luogo, diventa sacerdote in giovane età. Nel 1048 è il primo vescovo della città, consacrato dal pastore di Salerno Alfano I. Restaura ed edifica alcune chiese nel centro irpino, abitato fin dall'epoca longobarda. Affida ai Benedettini il monastero di Santa Maria in Fondigliano, a 5 chilometri da Nusco (che verrà poi soppresso nel 1460), e, dopo aver devoluto i suoi beni alla Chiesa, muore il 30 settembre 1093. Numerosi i miracoli e le guarigioni avvenuti sul sepolcro del santo. Un fatto che fece sì che il suo successore, Ruggero, gli dedicasse una chiesa. Eletto patrono della città di Nusco è invocato contro i terremoti, calamità naturale ricorrente dei monti irpini. (Avvenire)

Emblema: Bastone pastorale

Martirologio Romano: Presso Nusco in Campania, sant’Amato, vescovo.


Pur non essendo abbastanza antica (1461), la sua ‘Vita’ fu scritta da Francesco da Ponte, essa non è molto attendibile. Amato nacque a Nusco, il terzo Comune più alto della provincia di Avellino (mt. 914), che sorge su un monte isolato della catena appenninica irpina, tra le valli dell’Ofanto e del Calore e per la sua posizione panoramica è definito “balcone dell’Irpinia”.
La sua nascita avvenne intorno al 1003, in una famiglia benestante, divenne sacerdote molto giovane e nel 1048 sarebbe stato consacrato primo vescovo della città, dall’arcivescovo di Salerno Alfano I.
Nusco abitata già in epoca molto antica, si sviluppò probabilmente in epoca longobarda, presso un castello, attorno al quale sant’Amato vescovo, raggruppò gli abitanti dei villaggi del circondario.
Restaurò ed edificò alcune chiese, tra cui la cattedrale dedicata al protomartire S. Stefano; fece di tutto per soccorrere i poveri, affidò ai Benedettini il monastero di S. Maria in Fondigliano, posto a 5 km da Nusco e soppresso poi nel 1460, e dopo aver devoluto i suoi beni alla Chiesa, morì il 30 settembre 1093.
Sul suo sepolcro avvennero numerose guarigioni, che gli procurarono il culto di santo, il suo successore Ruggero gli dedicò per questo una chiesa.
Dopo aver dimostrato l’autenticità del suo testamento, si è potuto fissare al 30 settembre 1093 la data della sua morte, in contrasto con l’opinione dei monaci benedettini di Montevergine (AV), che volendolo classificare ad ogni costo, come discepolo del loro fondatore s. Guglielmo da Vercelli (1085-1142), non esitarono a spostare la data della sua morte al 31 agosto 1193, quindi 100 anni dopo.
Patrono della città di Nusco è invocato contro i terremoti, calamità naturale ricorrente dei monti irpini.
Il ‘Martirologio Romano’ lo celebra al 30 settembre.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2003-06-10

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