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Beato Ambrogio Traversari Monaco

20 novembre

Portico di Romagna, 1386 - Firenze, 1439

Nato in Romagna nel 1386, a 14 anni entrò tra i camaldolesi nel monastero di Santa Maria degli Angeli a Firenze. Ebbe come amico il beato Angelico e come confratello il pittore e miniatore Lorenzo Monaco. Convinto sostenitore della vita monastica, rimase aperto ai fermenti della nuova cultura fiorentina. La sua cella divenne luogo di ritrovo di quanti credevano possibile un incontro tra la riscoperta dell’eredità antica e la fedeltà alla tradizione cristiana. Ebbe una carriera brillante all’interno del suo ordine fino a diventare superiore generale. Della sua attività come riformatore monastico scrive nella sua opera 'Hodoeporicon' o 'Itinerario', una realistica descrizione della vita religiosa nei vari monasteri da lui visitati. Per il suo equilibrio svolse delicate missioni al servizio della Santa Sede. Fu legato al concilio di Basilea ed ebbe un ruolo ancora più importante nel Concilio di Ferrara-Firenze. Buon conoscitore della lingua greca e della teologia orientale, con il cardinale Bessarione scrisse il testo dell’effimera unione con la Chiesa d’Oriente. Con le sue traduzioni fece conoscere all’Occidente le opere di Giovanni Crisostomo, Basilio Magno e Efrem Siro morì nel 1439.



Ambrogio Traversari è ricordato nella storia della Chiesa e in quella della letteratura.
Appartenne inoltre alla storia della diplomazia della Chiesa, in un'epoca delicata e difficile, e in questa si acquistò meriti altissimi, pari soltanto alla sua altissima umiltà. Infine appartenne alle glorie di un glorioso Ordine italiano, quello dei Camaldolesi.
Umanista e maestro di umanisti; legato pontificio e Padre conciliare; Abate camaldolese e riformatore del suo Ordine, amico e sostenitore di Cosimo de' Medici, e Beato della Chiesa.
Era nato da nobile famiglia toscana, e si fece monaco camaldolese a 14 anni quando, al principio del '400, la prima generazione degli artisti dei Rinascimento cominciava a stampare la propria impronta sul volto della città. Suo coetaneo e compagno di vocazione fu il domenicano Giovanni da Fiesole, detto il Beato Angelico.
Monaco a Santa Maria degli Angioli, a Firenze, dove ebbe per confratello il pittore e miniatore Lorenzo Monaco, fu sensibile e aperto ai fermenti della nuova cultura fiorentina, studiando il greco, il latino, l'ebraico, la letteratura e la filosofia classica. Insegnava ai giovani, religiosi e laici, e formò studiosi e letterati come Giannozzo Manetti e Poggio Bracciolini. La sua cella, come quella dell'agostiniano Luigi Marsili, a Santo Spirito, fu punto d'incontro degli ingegni più vivi del suo tempo.
Religioso serio, di carattere dolce e benevolo, percorse rapidamente la carriera in seno al proprio Ordine, fino a diventare superiore generale. Per il suo distacco di sapiente e la sua serenità di uomo di studio, fu incaricato a più riprese di svolgere opera di mediatore e di pacificatore, in missioni diplomatiche spesso assai delicate, non soltanto di carattere religioso, ma anche civili e politiche.
Il Papa Eugenio IV lo incaricò della riforma del suo Ordine, e Ambrogio Traversari assolse il compito con somma prudenza e pazienza. Visitando i monasteri, poté raccogliere e studiare codici antichi e manoscritti preziosi. A Roma, fu bibliotecario del Papa e dei Cardinali. A Firenze, si adoperò per il ritorno dell'esule Cosimo de' Medici, futuro Signore della città.
Legato pontificio al Concilio di Basilea, sostenne le ragioni e il prestigio del Papato. Più tardi ebbe grande parte nel Concilio, apertosi a Ferrara e proseguito a Firenze, per l'unione tra la Chiesa greca e la latina, facendovi intervenire il Patriarca di Costantinopoli e lo stesso Imperatore bizantino.
La felice conclusione di quel Concilio, nel 1439, fu anche il trionfo di Ambrogio Traversari, che aveva vergato con il suo stile di umanista il documento di unione tra le due Chiese sorelle.
il monaco camaldolese non sopravvisse di molto a quel consolante avvenimento. Morì nello stesso anno, non ancora vecchio. E mentre il suo nome restava alto nel firmamento della cultura italiana, attorno al suo ricordo si accendeva il culto riservato ai Beati.


Fonte:
Archivio Parrocchia

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Aggiunto/modificato il 2001-10-25

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