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Beata Giovanna da Orvieto Domenicana

23 luglio

Carnaiola, Terni, 1264 - Orvieto, 23 luglio 1306

Nata a Carnaiola, presso Orvieto, rimase presto orfana. Visse guadagnandosi il pane con il lavoro del ricamo e santificandolo nell'adempimento fedele dei suoi impegni di terziaria domenicana. Raggiunse i più alti gradi di vita mistica: riviveva la Passione ogni venerdì santo. La fama delle sue virtù le conferì un eccezionale ascendente sui suoi concittadini che seppe guadagnare a Cristo.

Martirologio Romano: A Orvieto in Umbria, beata Giovanna, vergine, Suora della Penitenza di San Domenico, insigne per carità e pazienza.


Giovanna da Orvieto, nata a Carnaiola, oggi nel comune di Fabro, nel 1264, rimase orfana in tenerissima età e, mossa da un celeste istinto, si affidò tutta alla custodia degli Angeli di cui sentiva l’amorosa tutela. A dieci anni si consacrò a Gesù e già anelava a una vita di completa dedizione a Lui. Essa intanto cresceva bella e graziosa, mentre andava maturando in cuore il disegno di entrare nel Terz’Ordine di S. Domenico, allora in fiore, e i cui membri vestivano pubblicamente l’Abito e conducevano vita religiosa, senza però lasciare le rispettive case. Accortisi del suo divisamento, i parenti, con i quali Giovanna viveva, e che l’avevano già promessa a un ricco giovane del paese, si mostrarono oltre modo sdegnati e cominciarono ad ostacolarla in tutti i modi. La giovinetta allora, lasciata Carnaiada, si rifugiò nella vicina Orvieto, ove altri parenti la ospitarono offrendole una cameretta solitaria e la libertà di servire Dio. Giovanna, che aveva all’epoca solo 14 anni, poté così ricevere il bianco Abito dell’Ordine. La sua vita fu una mirabile ascesa nelle più eroiche vie dell’amore. Favorita da altissima contemplazione s’internava con tanta tenerezza nei misteri della Passione di Gesù, da meritarne la dolorosa partecipazione. Negli ultimi dieci anni della sua vita, tutti i venerdì, entrata in estasi, sembrava un crocifisso vivente, e le ossa le si dislogavano con tanto fragore, come se si frantumassero. Ai suoi concittadini fu specchio e maestra di vita cristiana. Dopo la morte, avvenuta il 23 luglio 1306 a Orvieto, dalla ferita del costato, scaturì vivo sangue e Dio la onorò con molti miracoli. Il suo corpo riposa nella chiesa cittadina di San Domenico. Fu dichiarata beata nel 1743 e Papa Benedetto XIV l’11 settembre 1754 ha confermato il culto.
Nel 1926 fu eletta patrona d’Italia delle lavoratrici, delle sarte e ricamatrici.


Autore:
Franco Mariani

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Aggiunto/modificato il 2002-04-10

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