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San Juan Diego Cuauhtlatoatzin Veggente di Guadalupe

9 dicembre - Memoria Facoltativa

1474 circa - Guadalupe, 1548

Nel dicembre 1531 la Madonna apparve a Guadalupe, in Messico, scegliendo come suo interlocutore un povero indio, Juan Diego, nato verso il 1474 e morto nel 1548, che prima di convertirsi al cattolicesimo portava un affascinante nome azteco, Cuauhtlotatzin, che sta a significare “colui che parla come un’aquila”. Cuauhtlotatzin fu tra i primi a ricevere il battesimo, nel 1524, all’eta’ di cinquant’anni, con il quale gli fu imposto il nuovo nome cristiano di Juan Diego, e con lui venne battezzata anche la moglie Malintzin, che prese a sua volta il nome di Maria Lucia. Rimasto vedovo dopo solo quattro anni di matrimonio, orientò tutta la sua vita a Dio. Dopo le apparizioni della S. Vergine sulla collina del Tepeyac visse santamente per 17 anni in una casetta che il vescovo Zumàrraga gli aveva fatto costruire a fianco della cappella eretta in onore della Vergine di Guadalupe. Giovanni Paolo II nel 1990 lo ha dichiarato beato, per proclamarlo infine santo nel 2002.

Martirologio Romano: San Giovanni Diego Cuauhtlatoatzin, che, di origine indigena, dotato di fede purissima, con la sua umiltà e il suo fervore fece sì che si edificasse il santuario in onore della Beata Maria Vergine di Guadalupe sul colle Tepeyac presso Città del Messico, dove ella apparve a lui ed egli si addormentò nel Signore.

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Con lo sbarco degli spagnoli nelle terre del continente latino-americano aveva avuto inizio la lunga agonia di un popolo che aveva raggiunto un altissimo grado di progresso sociale e religioso. Il 13 agosto 1521 segno’ il tramonto di questa civiltà. Tenochtitlan, la superba capitale del mondo atzeco, fu saccheggiata e distrutta. L’immane tragedia che ha accompagnato la conquista del Messico da parte degli spagnoli, sancisce per un verso la completa caduta del regno degli aztechi e per l’altro l’affacciarsi di una nuova cultura e civiltà originata dalla mescolanza tra vincitori e vinti.
E’ in questo contesto che, dieci anni dopo, va collocata l’apparizione della Madonna a un povero indio di nome Juan Diego, nei pressi di Città del Messico. La mattina del 9 dicembre 1531, mentre sta attraversando la collina del Tepeyac per raggiungere la citta’, l’indio e’ attratto da un canto armonioso di uccelli e dalla visione dolcissima di una Donna che lo chiama per nome con tenerezza. La Signora gli dice di essere "la Perfetta Sempre Vergine Maria, la Madre del verissimo ed unico Dio" e gli ordina di recarsi dal vescovo a riferirgli che desidera le si eriga un tempio ai piedi del colle. Juan Diego corre subito dal vescovo, ma non viene creduto.
Tornando a casa la sera, incontra nuovamente sul Tepeyac la Vergine Maria, a cui riferisce il suo insuccesso e chiede di essere esonerato dal compito affidatogli, dichiarandosene indegno. La Vergine gli ordina di tornare il giorno seguente dal vescovo, che, dopo avergli rivolto molte domande sul luogo e sulle circostanze dell’apparizione, gli chiede un segno. La Vergine promette di darglielo l’indomani. Ma il giorno seguente Juan Diego non puo’ tornare: un suo zio, Juan Bernardino, è gravemente ammalato e lui viene inviato di buon mattino a Tlatelolco a cercare un sacerdote che confessi il moribondo; giunto in vista del Tepeyac decide percio’ di cambiare strada per evitare l’incontro con la Signora. Ma la Signora è la’, davanti a lui, e gli domanda il perche’ di tanta fretta. Juan Diego si prostra ai suoi piedi e le chiede perdono per non poter compiere l’incarico affidatogli presso il vescovo, a causa della malattia mortale dello zio.
La Signora lo rassicura, suo zio e’ gia’ guarito, e lo invita a salire sulla sommita’ del colle per cogliervi i fiori. Juan Diego sale e con grande meraviglia trova sulla cima del colle dei bellissimi "fiori di Castiglia": è il 12 dicembre, il solstizio d’inverno secondo il calendario giuliano allora vigente, e né la stagione nè il luogo, una desolata pietraia, sono adatti alla crescita di fiori del genere. Juan Diego ne raccoglie un mazzo che porta alla Vergine, la quale pero’ gli ordina di presentarli al vescovo come prova della verita’ delle apparizioni. Juan Diego ubbidisce e giunto al cospetto del presule, apre il suo mantello e all’istante sulla tilma si imprime e rende manifesta alla vista di tutti l’immagine della S. Vergine. Di fronte a tale prodigio, il vescovo cade in ginocchio, e con lui tutti i presenti.
La mattina dopo Juan Diego accompagna il presule al Tepeyac per indicargli il luogo in cui la Madonna ha chiesto le sia innalzato un tempio. Nel frattempo l’immagine, collocata nella cattedrale, diventa presto oggetto di una devozione popolare che si è conservata ininterrotta fino ai nostri giorni. La Vergine ha scelto come suo interlocutore un “povero indio”, Juan Diego, nato verso il 1474 e morto nel 1548 a Guadalupe, che prima di convertirsi al cattolicesimo portava un affascinante nome azteco, Cuauhtlotatzin, che sta a significare “colui che parla come un’aquila”. Varie fonti ci tramandano i dati biografici del veggente del Tepeyac: egli e’ un macehual, cioe’ un uomo del popolo, piccolo coltivatore diretto in un modesto villaggio: poco più di niente, nella società azteca complessa e fortemente gerarchizzata. Cuauhtlotatzin fu tra i primi a ricevere il battesimo, nel 1524, all’eta’ di cinquant’anni, con il quale gli fu imposto il nuovo nome cristiano di Juan Diego, e con lui venne battezzata anche la moglie Malintzin, che prese a sua volta il nome di Maria Lucia.
Il neoconvertito si distingueva in mezzo agli altri per la sollecitudine nel frequentare la catechesi e i sacramenti, senza badare ai sacrifici che questo richiedeva: si poneva in cammino fin dalle prime ore del giorno per raggiungere Santiago di Tlatelolco, dove i francescani radunavano gli indigeni per catechizzarli. Rimasto vedovo dopo solo quattro anni, Juan Diego orienta la sua vita ancora più decisamente verso Dio: trascorre tutto il suo tempo fra il lavoro dei campi e le pratiche della religione cristiana, fra cui l’ascolto della catechesi impartita agli indigeni convertiti dai missionari spagnoli. Conduce una vita esemplare che edifica molti. L'esperienza eccezionale vissuta sul Tepeyac s'inserisce in un’esistenza gia’ trasformata dalla grazia del battesimo e cementata dall’incontro con la Madre di Dio che ne potenzia in modo straordinario il cammino di fede, fino a spingerlo ad abbandonare tutto, casa e terra, per trasferirsi in una casetta che il vescovo Zumàrraga gli ha fatto costruire a fianco della cappella eretta in onore della Vergine di Guadalupe.
Qui Juan Diego vive per ben 17 anni in penitenza e orazione, assoggettandosi agli umili lavori di sagrestano, senza mai mancare al suo impegno di testimoniare quanto Maria ha fatto per lui e può fare per tutti quelli che con affetto filiale vorranno rivolgersi al suo cuore di Madre.
La morte lo coglie nel 1548, quando ha ormai 74 anni.La sua fama di santita’, che gia’ l’aveva accompagnato in vita, cresce nel tempo fino ai nostri giorni, finche’ nel 1984 si dette finalmente inizio alla sua causa di beatificazione e si pose mano all'elaborazione della Positio, orientata a comprovarne non solo il culto, da tempo immemorabile, ma anche a dimostrare le virtu’ del servo di Dio e a illustrarne la vita, separate il piu’ possibile dal fatto guadalupano. Attraverso una solida base documentale si voleva cioe’ dimostrare che Juan Diego, per i suoi soli meriti di cristiano, era degno di assurgere agli onori degli altari, finche’ – al termine di un complesso iter ecclesiastico - con il decreto Exaltavit humiles (6 maggio 1990), se ne e’ finalmente concessa la memoria liturgica, fissata al 9 dicembre, data della prima apparizione della “Morenita”. Giovanni Paolo II ha dichiarato beato il veggente Juan Diego nel 1990, per proclamarlo infine santo nel 2002.

Autore: Maria Di Lorenzo
 


 

Nel 1474, nell’attuale Città del Messico, in un piccolo villaggio nasce Cuauhtlatoatzin (in lingua azteca significa “colui che parla come un’aquila”). Durante la dominazione spagnola e in seguito all’insediamento dei missionari francescani, nel 1524 l’umile contadino, all’età di cinquant’anni, è uno dei primi indios a farsi battezzare. E gli viene imposto il nome cristiano Juan Diego. Anche la moglie Malintzin si fa battezzare cambiando il suo nome in Maria Lucia. Il povero contadino è affascinato dalla figura di Gesù e della Madonna. Così, fin dalle prime ore del mattino, percorre a piedi scalzi tanta strada per poter frequentare il catechismo impartito dai frati francescani e apprendere il messaggio del Vangelo. Rimasto vedovo dopo quattro anni di matrimonio, Juan Diego si dedica ai lavori umili dei campi e alla preghiera.
Il mattino di sabato 9 dicembre 1531 Juan Diego sta percorrendo la strada per recarsi al catechismo. Ai piedi del Colle di Tepeyac (a nord di Città del Messico) sente un canto melodioso di uccelli. Si ferma estasiato dal suono che all’improvviso s’interrompe. Una dolce voce femminile lo chiama teneramente per nome ed ecco apparire una bellissima ragazza, splendente, che gli dice di essere la Madre di Gesù e aggiunge le seguenti parole: «Io sono Madre misericordiosa per tutti quelli che mi amano, mi invocano e in Me confidano». La Madonna gli chiede di andare dal vescovo per chiedergli di costruire una chiesa nel luogo dell’apparizione, affinché i fedeli possano andare a pregare. Juan Diego, emozionatissimo, corre dal vescovo che, però, non crede al suo racconto e gli chiede una prova.
Juan Diego il 12 dicembre si reca di nuovo ai piedi della collina e, affranto, racconta alla Madonna di non sentirsi degno del compito ricevuto, ma la Madre Celeste lo rassicura e lo incoraggia mandandolo in cima alla collina a raccogliere dei fiori. Quale stupore quando il contadino vede stupende rose tutte fiorite, nel mese di dicembre e in una pietraia! Juan Diego raccoglie le splendide rose e le porge alla Madonna la quale le ripone nel grembiule di tela grezza dell’indio (la tilma, un mantello usato dagli indios poveri per ripararsi dal freddo), dicendogli di portarle al vescovo. Juan Diego ubbidisce. Davanti al vescovo e ad altri presenti, apre il grembiule dal quale cadono rose profumate, mentre nella tela rimane miracolosamente impressa la figura della visione del contadino: la Madonna con un mantello colmo di stelle, circondata dai raggi del sole.
Il vescovo si inginocchia, chiede perdono, accompagna Juan Diego sul colle delle apparizioni e in quel luogo fa costruire una chiesa, dove il veggente si ritira come sacrestano e trascorre diciassette anni della sua vita da eremita, pregando e accogliendo i pellegrini, fino alla sua morte avvenuta nel 1548. Oggi quella chiesa è diventata il santuario mariano più grande del mondo, la “Basilica di Nostra Signora di Guadalupe”, dove milioni di credenti affluiscono da ogni angolo della Terra. La tilma di Juan Diego, con impressa l’immagine della Madonna, si trova in questa cattedrale.
Il santuario è dedicato alla “Madonna di Guadalupe”, così come richiesto dalla Madonna stessa a uno zio di Juan Diego, Juan Bernardino, da lei guarito. E guadalupe, in lingua indigena, significa: “Colei che schiaccia la testa del serpente”, ovvero del Maligno. Recenti studi scientifici hanno evidenziato che il mantello della Madonna di Guadalupe contiene l’esatta costellazione presente nel cielo del 12 dicembre 1531, e nelle sue pupille, con un microscopio, sono state scoperte immagini che raffigurano il vescovo mentre stupito si inginocchia davanti al grembiule di Juan Diego. Immagini talmente piccole da non poter essere state dipinte, in alcun modo, da nessuno. San Juan Diego è protettore dei contadini e dei raccolti agricoli. 


Autore:
Mariella Lentini


Fonte:
Mariella Lentini, Santi compagni guida per tutti i giorni

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Aggiunto/modificato il 2023-11-27

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