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San Buonmercato di Ferrara Chierico

19 giugno



Un linciaggio dell’epoca è alla base del culto del giovane chierico Buonmercato, egli viveva con il rettore della chiesa di S. Maria del Pino, già esistente nei pressi di S. Maria Nuova di Ferrara; quando successe che nel 1378, il rettore venisse derubato ed ucciso; la folla accorsa prese Buonmercato e lo interrogò sul nome dell'aggressore; ma il giovane chierico che non sapeva niente rispose: "Dio lo sa".
Fu preso a pugni e calci perché rivelasse il nome ed infine ritenuto colpevole, fu sgozzato. Morì perdonando e raccomandandosi a Dio il 19 giugno 1378.
Nel giorno stesso dell’uccisione cominciarono i primi miracoli, un bambino deceduto e che veniva portato a seppellire, risuscitò proclamando l’innocenza del giovane chierico; nel momento della sua morte, la regina di Cipro Valentina (1372-83) di passaggio a Ferrara, vide gli angeli recare in cielo la sua anima; chiese di portare con sé il corpo, ma giunta vicino alla chiesa agostiniana di S. Barnaba, non poté più proseguire inspiegabilmente; allora il corpo fu deposto in un sarcofago e portato all’interno della chiesa, dove divenne meta di devoti pellegrinaggi.
Le reliquie furono rubate nel 1492 e papa Innocenzo VIII emanò un ‘Breve’ il 5 maggio per scomunicare gli ignoti ladri, l’atto ebbe il suo effetto e il corpo fu ritrovato e quindi il 19 settembre 1492 fu trasferito nella nuova chiesa delle suore agostiniane, dedicata a S. Agostino.
La ‘Vita’ di s. Buonmercato venne scritta per la prima volta da una suora agostiniana verso il 1574, anno in cui la forte devozione dei fedeli verso il santo giovane conobbe un’ascesa, tale da indurre il visitatore apostolico Giovanni Battista Maremonti, a disporre che il corpo del santo venisse protetto da una grata per evitare indecorose forme di venerazione.
Le reliquie vennero trasferite nel 1808 nel monastero del ‘Corpus Domini’, poi in quello di S. Vito e infine nella attuale chiesa di S. Apollonia, esposte alla venerazione dei fedeli in un cappella laterale.
Anche il culto ebbe alti e bassi, proibito dai vescovi nel 1656 e 1689, fu riammesso nel 1766, 1777 e 1783 dagli arcivescovi dell’epoca.
Grande devota del santo fu Isabella del Balzo, moglie del re di Napoli Federico d’Aragona, la quale rimasta vedova nel 1504, si ritirò nel monastero di S. Agostino di Ferrara dov’era il corpo del santo, rimanendovi fino alla morte (1533).
La festa liturgica è al 19 giugno.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2002-08-02

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