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Beato Nivardo di Chiaravalle Monaco

7 febbraio

XII sec.

Nivardo, il più giovane dei cinque fratelli di san Bernardo, nato nel 1102, fu un monaco cistercense che entrò a Citeaux nel 1112 all'età di dieci anni. Dopo aver trascorso i primi anni a Citeaux, fu nominato maestro dei novizi a Vaucelles, inviato in missione in Castiglia e incaricato di altre missioni da san Bernardo. L'ultima notizia che abbiamo di lui risale al 1150, quando accompagnò san Bernardo in un viaggio in Normandia. La data e il luogo della sua morte sono sconosciuti, ma si suppone che sia morto a Chiaravalle dopo san Bernardo.



E' il piú giovane dei cinque fratelli di s. Bernardo, e quando essi nel 1112 decisero di entrare insieme nel chiostro di Citeaux egli era ancora un fanciullo di ca. dieci anni. Fu proprio in quella circostanza che si svolse tra il primogenito Guido e il piccolo Nivardo quel colloquio che, già riferito nella Vita Prima di s. Bernardo, è poi costantemente ripetuto dalla agiografia bernardina. Mentre i fratelli stavano per lasciare la casa paterna, Guido, vedendo il piccolo Nivardo che giocava con altri bambini, lo salutò con questa espressione: "Eia, frater Nivarde, ad te solum respicit omnis terra possessionis nostrae". Ma il fanciullo, "non pueriliter motus", rispose: "Vobis ergo coelum et mihi terra? Non ex aequo divisio haec facta est". E, contro ogni resistenza, volle seguirli.
Nella Vita tertia si aggiunge che il fanciullo tentava ogni giorno di raggiungere i fratelli, finché essi lo affidarono ad un sacerdote perché gli insegnasse le lettere; appena crebbe un poco fu accolto come novizio a Citeaux (forse nel 1115) e infine raggiunse Bernardo e i fratelli a Chiaravalle.
Poco conosciamo intorno alla sua vita monastica: le fonti narrative ci ripetono il dialogo avvenuto con Guido, o lo sottintendono quando ci presentano in poche parole la figura di Nivardo, come nel caso della Vita quarta: "sextus Nivardus, qui terrena haereditate contempta, coelestia praelegit". Godette della fiducia del santo fratello, ora anche suo abate, il quale si serví di lui per varie missioni, come si può desumere dai due accenni a Nivardo che si trovano nell'Epistolario di s. Bernardo. Fu maestro dei novizi nel monastero di Vaucelles (circondario di Cambrai), fondato da Chiaravalle nel 1132, ed ebbe probabilmente la direzione della missione cistercense inviata nel 1147 nella Vecchia Castiglia per fondare il monastero di S. Pietro di Spina. Con simili responsabilità lo troviamo anche- in altri monasteri, ma non si fermò a lungo in nessuno, tornando sempre alla sua Chiaravalle, accanto a s. Bernardo.
L'ultima notizia intorno a Nivardo è del 1150, quando accompagnò il santo fratello in un viaggio in Normandia. Non si conoscono il luogo e il tempo della sua morte; ma pare sia morto a Chiaravalle e dopo s. Bernardo (m. 20 agosto 1153) perchè nelle opere del santo non vi è cenno della morte di Nivardo, mentre abbiamo del fratello beato Gerardo, morto nel 1138, un profilo storico nel XXVI dei Sermones super Cantica Canticorum.
Un culto a Nivardo non è testimoniato dalle fonti cistercensi coeve né da quelle dei secoli immediatamente successivi. Ancora nel sec. XVII Manrico nei suoi Annales Cistercienses non gli attribuisce il titolo di beato, che invece gli aveva riconosciuto qualche anno prima Crisostomo Henriquez nel Menologium cistertiense, assegnandone la morte al 7 febbraio. Per tali incertezze i Bollandisti lo pongono tra i praetermissi .
Nei secoli successivi il culto al beato Nivardo ha avuto un certo incremento e in alcuni monasteri dell'Ordine se ne è celebrata la festa con rito doppio e Ufficio proprio; ma quando si sono studiate, in epoca piú recente, le fonti agiografiche cistercensi si è potuto concludere che il titolo stesso di beato gli era stato conferito per la venerazione verso il grande fratello, riferendosi in modo particolare all'episodio, divenuto cosí molto noto, della fanciullezza di Nivardo Oggi nessun culto è tributato al beato, che tuttavia continua ad essere ricordato con questo titolo dai menologi cistercensi nel giorno 7 febbraio.


Autore:
Giorgio Picasso


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2002-11-15

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