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> Home > Sezione A > Beato Antonio l'Etiope (o Catagerņ o D'Avola) Condividi su Facebook Twitter

Beato Antonio l'Etiope (o Catagerņ o D'Avola) Eremita

23 agosto

Barce di Cirene, Libia, 1490 ca. - 14 marzo 1550

Rocco Pirro dice di lui: “Vir fuit supra modum humilis atque erga egentes fratres charitate insignis; ah Angelo Custode ante obitum diebus octo de hora mortis fuit praemonitus atque illi per hoc dierum octo spatio astitit.". (Fu uomo straordinariamente umile ed insigne per carità verso i fratelli bisognosi. Otto giorni prima della morte fu avvisato dall'Angelo Custode dell'ora della sua morte e venne assistito da lui per tutti gli otto giorni).
Morì nel 1562 e fu sepolto onorevolmente in chiesa. Compì molti miracoli prima e dopo la morte. Nel martirologio francescano è commemorato come beato il 23 di agosto.



Il Beato Antonio nasce a Barce di Cirene (Libia) verso il 1490, figlio di genitori maomettani che lo educano alla legge coranica. Le Galee della Sicilia lo prendono prigioniero, lo sbarcano a Siracusa a terra insieme al bottino e lo espongono al bando al migliore offerente come schiavo. Viene acquistato da un massaro di Avola che lo occupa nell'ufficio del pastore e gli affida il suo gregge di pecore e di capre. li buon massaro avolese cerca di iniziare il giovane al cristianesimo, e catechizzandolo mette a fuoco particolarmente il dramma d'amore e della passione di Gesù. Antonio affascinato chiede il sacramento del Santo Battesimo scegliendo per sé il nome del famoso santo di Padova. Da quel giorno in poi si impegnerà a mettere in pratica quanto avrà ascoltato dalla parola di Dio così da volere servire il Signore ed essergli grato. Ad Avola Antica frequenta la chiesa di Santa Venera, dove si confessa e si comunica ed alimenta la lampada votiva all'altare dell'apostolo S. Giacomo. Questo per i 38 anni di permanenza in territorio Avolese. Nel frattempo il massaro che lo aveva acquistato dà in matrimonio due nipoti con dei netini donando loro il gregge e lo schiavo libico. Da allora Antonio va a Noto. I nuovi padroni però considerano le qualità soprannaturali e i miracoli del nuovo schiavo, lo rendono libero. Antonio rimarrà con loro altri quattro anni. Licenziatosi da loro, Antonio si offre a servire i carcerati ed i malati, poi sceglie la vita eremitica, come terziario francescano, ai Pizzoni di San Corrado Fuori le Mura. Periodicamente si reca a Noto per accostarsi ai sacramenti e raccogliere elemosine per i poveri. Consumato dall'ascesi eremitica, dagli anni e dalla malattia rende l'anima a Dio il 14 marzo 1550. Viene seppellito nella chiesa francescana di Santa Maria del Gesù a Noto che diviene meta di pellegrinaggi e di grazie. Nel 1611 viene data licenza di divulgare l'immagine con aureola di beato. La diocesi di Noto venera il beato Antonio il 14 marzo.
Il 14 marzo 2012 è stata inaugurata ad Avola antica una statua in bronzo del Beato Antonio Etiope. Il suo culto è molto vivo in Brasile, mentre nel Netino è stato riscoperto grazie alle ricerche di Monsignor Guastella nel 1992, che lo ha proposto come patrono della Caritas della Diocesi di Noto.


Autore:
Don Damiano Grenci

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Aggiunto/modificato il 2012-04-06

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