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Venerabile Teresa Gardi Terziaria Francescana

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Imola, Bologna, 12 ottobre 1769 - 1° gennaio 1837

Teresa Gardi, nata a Imola il 12 ottobre 1769, visse nella sua povera e numerosa famiglia, maturando una notevole carità verso i malati e una non comune pazienza verso chi mal sopportava la sua devozione. Nel 1801 divenne Terziaria francescana, compiendo la professione il 15 ottobre seguente. Segnata da fenomeni eccezionali come quello delle stimmate e certa di essere più unita alla Passione del Signore, cercò per quanto possibile di tenere nascosto quanto le accadeva. Morì d’idropisia il 1° gennaio 1837. Il 22 gennaio 2015 papa Francesco ha autorizzato il decreto con cui Teresa Gardi, i cui resti mortali riposano sin dalla sua morte nella chiesa dell’Osservanza a Imola, poteva essere dichiarata Venerabile.



Teresa Gardi nasce ad Imola nel 1769. Assomiglia a molte altre figure per l’umiltà delle origini, le vicissitudini familiari e la semplicità di vita. Orfana di mamma a 13 anni e 8 anni dopo anche di papà, deve prendere in mano le redini della famiglia e farsi carico del fratello e delle due sorelle.
La salute piuttosto fragile non le impedisce di avere una particolare attenzione per i malati, che prende l’abitudine di andare a visitare, assistere e curare. Come spesso accade a chi si prende cura del prossimo, anche Teresa colleziona calunnie e maldicenze, che lei affronta e supera con straordinaria pazienza ed umiltà.
La sua giornata è scandita dalla Messa, dalla Via Crucis e dalla ricerca continua della volontà di Dio anche nello svolgimento dei lavori domestici. Criticata dalle sorelle per la sua troppa devozione e per l’eccessivo tempo passato in chiesa, non le si può rimproverare di trascurare per questo i suoi doveri di casa.
A dare fastidio sono piuttosto il tanto tempo “perso” con i malati e la porta spalancata volentieri per accogliere i bambini, farli giocare ed insegnare loro il poco che sa, anche se non ha imparato a scrivere, sa leggere a malapena e la sua cultura è piuttosto limitata.
In tenerissima età sfugge a un tentativo di stupro. Una forte devozione all’Addolorata, “scoperta” da Teresa ad appena 16 anni, la avvicina alla passione di Gesù e le ispira una vita di penitenza e di sacrificio.
Non lasciamoci impressionare troppo dai suoi digiuni, dalle sue penitenze anche corporali, dai suoi sacrifici: sono – questi sì – figli dell’epoca in cui vive e frutto della mentalità del suo tempo. Lasciamoci invece stupire dalla sua progressiva intimità con il Signore, dalla sua prolungata meditazione, dal suo desiderio intenso di condividere la passione di Gesù per collaborare con lui alla salvezza del mondo, il che significa poi, per dirla con San Paolo, “completare nel mio corpo quello che manca ai patimenti di Cristo a favore del suo corpo, che è la Chiesa”.
Teresa va spesso in estasi, parla familiarmente con Gesù, il suo cuore abita costantemente il Paradiso, ma tutto avviene lontano da occhi indiscreti, perché ha chiesto al Signore che questi fenomeni mistici rimangano come un dolce segreto tra loro due e niente traspaia agli occhi degli estranei. Tutto è però contenuto nel “diario”, compilato da padre Carlo Francesco da Bologna, suo confessore e direttore spirituale per 36 anni.
A renderla ancor più simile a Gesù sofferente arrivano anche le stimmate, invisibili agli altri ma dolorosissime per lei, specialmente il venerdì e in quaresima. A mettere le ali alla sua ascesi mistica è anche la sua adesione all’Ordine Francescano come Terziaria.
Muore il 1° gennaio 1837 e viene seppellita in chiesa. Subito si diffonde la sua fama di santità, soprattutto in Emilia. Poi su di lei scende il silenzio, anche perché si perdono le tracce del famoso “diario” scritto dal confessore.
L’interesse per Teresa si risveglia a partire dal 1893, perché una certa Maddalena Gottarelli di Imola riceve in sogno precise indicazioni su come trovare in un determinato armadio il manoscritto, circa un migliaio di pagine, che descrivono la sua vita intima e i doni che Gesù ha fatto a Teresa.  
Ripresa con decisione la causa nel 1983, grazie a un frate che crede nella sua santità, il 22 gennaio 2015 Teresa Gardi è stata riconosciuta Venerabile e tra breve potrebbe essere beata.
Circa la sua attualità, il Postulatore dice che Teresa «aiuta gli uomini a comprendere che tutti sono chiamati alla santità, ad essere fedeli agli impegni del quotidiano, a comprendere l’importanza di operare senza ostentazione, a scoprire il valore salvifico della sofferenza». E scusate se è poco!

Autore: Gianpiero Pettiti

 




Le notizie su di lei ci pervengono da una numerosa bibliografia, per lo più stampata in Emilia Romagna, ma soprattutto dal «Diario della vita e visioni della serva di Dio Teresa Gardi», pubblicato nel 1913 e compilato dal frate minore osservante Carlo Francesco Zanini da Bologna, il quale fu suo direttore spirituale dal 1800 fino alla morte.
Teresa Gardi Cricca nacque a Imola, nella Casa Nanni, il 12 ottobre 1769. Dopo la morte della mamma nel 1782 e del padre nel 1790, dovette badare lei alla casa e agli altri tre fratelli e sorelle rimasti.
Trascorse la sua adolescenza e la prima giovinezza dedita al lavoro di casa, fra contraddizioni e dolori, conducendo una vita molto provata. Nonostante fosse debole di salute, si dedicava a visitare gli ammalati. Umile e paziente anche nelle calunnie, devota dell’Eucaristia e zelante nella purezza, fu donna dotata di virtù straordinarie.
Nel 1801, a 32 anni, entrò nell’Ordine Francescano come Terziaria; l’anno successivo, il 15 ottobre 1802, fece la sua professione. Dopo due anni trascorsi in purificazione interiore, nel 1804 si sentì accendere da un grande amore verso Dio. Iniziò ad avere estasi e visioni edificanti e dolorosissime, soprattutto dopo aver ricevuto la Comunione quotidiana e durante la Via Crucis, da lei praticata ogni giorno.
Il 25 luglio 1804 ricevette le stimmate sulle mani, sui piedi e sul costato, ma pregò che solo quella del costato restasse visibile. Di fatto, quelle delle mani non apparivano esternamente, mentre quelle sui piedi prendevano forma di una crosta e le causavano molta sofferenza, specie nel camminare.
Teresa aveva dolori non solo nelle parti stigmatizzate ma anche al capo, alle ginocchia, alle braccia. Questo lasciava meravigliato il già citato padre Zanini: non capiva come lei potesse continuare a vivere senza un momento di tregua e di riposo, né di giorno né di notte.
La donna era convinta di compartecipare alla Passione di Cristo: per questo soffriva volentieri e in silenzio, con pazienza e con amore per Dio. Non fu comunque esente da forti tentazioni contro la fede, la speranza e soprattutto contro la castità, ma anche da lunghi periodi di aridità spirituale, quella che i teologi chiamano “notte dello spirito”.
Quanto ai fenomeni straordinari, chiedeva a Dio che tutto ciò che le capitava rimanesse nascosto, solo per lei. Per questo, lavava di nascosto i fazzoletti intrisi del sangue che continuava a sgorgare dalla ferita al petto.
Inoltre, per non arrecare fastidio a nessuno, domandò e ottenne di poter soffrire solo quando non fossero presenti altre persone o familiari. In effetti, i dolori si arrestavano solo quando arrivava qualcuno a farle visita.
Morì il 1° gennaio 1837 a Imola, a 67 anni, di idropisia. Sulla sua tomba nella chiesa dell’Osservanza, il cardinal Giovanni Mastai Ferretti, vescovo di Imola dal 1832 al 1846, poi papa Pio IX e oggi Beato, fece apporre una significativa epigrafe.
Preoccupata costantemente che nessuno si accorgesse di lei, non lasciò notizie o scritti. Non si scorgeva in lei niente di eccezionale, se non la santità del quotidiano, che permise comunque ai partecipanti ai suoi funerali di salutarla come “santa”.
Il suo nascondimento proseguì dopo la morte, finché, nel 1893, una signora di Imola, Maddalena Gottarelli affermò che Teresa le era apparsa in sogno. Le aveva dato indicazioni per rintracciare il «Diario» che il suo confessore aveva scritto a sua insaputa, descrivendo tutti i fenomeni straordinari di cui era stata investita.
Fu questa scoperta a dare il via al Processo Informativo sulla vita e fama di santità, che si svolse nella Curia di Imola negli anni 1910-1911. Tuttavia, la morte del postulatore dell’epoca, unitamente ad altri fattori, bloccò la pratica. La causa ha ripreso il suo cammino a partire dal nulla osta della Santa Sede del 4 aprile 1995, a cui seguì il decreto di validità giuridica del processo tre giorni più tardi.
Ormai era diventata una causa di tipo storico, per cui la “Positio super virtutibus” dovette essere sottoposta anzitutto ai Consultori Storici il 29 settembre 1998. Seguì, il 4 giugno 2013, il Congresso dei Consultori Teologi. Il 20 gennaio 2015 i Cardinali e i Vescovi membri della Congregazione delle Cause dei Santi si sono pronunciati favorevolmente circa l’esercizio in grado eroico delle virtù da parte della Serva di Dio.
Due giorni dopo, il 22 gennaio 2015, papa Francesco ha autorizzato il decreto con cui Teresa Gardi poteva essere dichiarata Venerabile.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2018-01-20

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