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Sant' Olivo Martire, venerato a Carpignano Sesia

Quarta domenica di aprile

La devozione per Sant'Olivo a Carpignano Sesia affonda le sue radici nel 1614, quando il gesuita padre Domizio Piatti portò in paese le reliquie del santo, tra cui il corpo recuperato dalla catacomba di Priscilla a Roma. Un evento miracoloso durante il saccheggio del borgo da parte delle truppe francesi nel 1645 accrebbe la venerazione per Olivo, che divenne compatrono del paese. La sua reliquia venne dapprima collocata in una nicchia sopra l'altare di San Carlo, poi, nel 1802, ricomposta in una figura umana e sistemata in un'urna. Il desiderio di una cappella più grande si concretizzò nel 1900 con l'inaugurazione del nuovo scurolo. La festa di Sant'Olivo, inizialmente celebrata indistintamente con le altre reliquie, divenne un evento a sé stante, fissata alla quarta domenica di aprile.



La reliquia del corpo di Olivo giunse nel paese di Carpignano Sesia nel 1614 procurata al paese della pianura novarese dal gesuita padre Domizio Piatti, appartenente alla famiglia feudataria del luogo. Egli aveva ottenuto i resti di Olivo e altre reliquie, tra cui i teschi di Pelbonia e Fortuno (Fortunato), a Roma, dove erano state recuperate dalla catacomba di Priscilla sulla Salaria. Il corpo santo venne collocato all’interno della chiesa parrocchiale, in una nicchia appositamente realizzata sopra l’altare di San Carlo, là si trovava il 5 novembre 1645, quando il borgo di Carpignano venne saccheggiato dalle truppe francesi. In quell’occasione si verificò un fatto che, agli occhi della popolazione, ebbe del miracoloso ed accrebbe notevolmente la devozione locale nei confronti di Olivo, come testimonia il racconto redatto dall’allora parroco del posto don Giovanni Francesco Soglio: “I francesi il 5 novembre 1645 hanno saccheggiato la casa parrocchiale con ogni sorta di maltrattamenti alla popolazione ed incredibile danneggiamento e disprezzo delle cose sacre, ed anche nessun riguardo per le Sante Reliquie di Sant’Olivo e di altri santi, che se non fossero state miracolosamente difese avrebbero asportato e distrutto. Per dir tutto in breve, cosa degna di essere ricordata, quando già avevano alzato le scuri per spezzare le urne in cui le reliquie si conservavano, apertesi queste da sé, furono accecati in modo tale, come attestarono gli stessi ufficiali, da non potersi ritirare che rispettandole. Io Giò F. Soglio altro curato ho scritto questo a gloria di Dio e per memoria del fatto.” Soltanto però nel 1802 si giunse a comporre i resti del presunto martire in una figura umana e a sistemarli in un’urna, opera dell’intagliatore milanese Luigi Zuccoli; il desiderio della comunità era quello di realizzare una nuova e più grande cappella per contenere la reliquia di Olivo, l’altare infatti, pur rinnovato a metà settecento, con l’esecuzione da parte del pittore milanese Francesco Bianchi di una grande tela, era giudicato inadeguato. Per tutto l’ottocento si susseguirono progetti e sforzi per concretizzare l’idea di un nuovo scurolo e finalmente, nel 1900, la costruzione, realizzata dietro la cappella del Rosario, fu inaugurata; nel 1910 si sostituì l’urna ottocentesca con quella attuale ed in essa fu ricomposto il simulacro del santo. Inizialmente il culto di Olivo era celebrato indistintamente con quello delle altre reliquie al martedì dopo Pasqua, quando si portavano in processione le cassette lignee che le contenevano. Successivamente, quando ad Olivo si attribuì il ruolo di compatrono del paese, s’iniziò a celebrare una festa particolare in suo onore: la data venne fissata prima alla quarta domenica di luglio, poi dal 1806 anticipata alla quarta di maggio ed infine dal 1940, per motivi legati ai lavori agricoli della popolazione, fissata alla quarta domenica di aprile. Accanto alla celebrazione annuale, il paese ha dedicato al suo compatrono grandi festeggiamenti a scadenza periodica: il primo documentato risale al 1676 e per l’occasione papa Clemente X concesse ai partecipanti l’indulgenza plenaria, successivamente si registrano quelli del 1802, per l’inaugurazione della nuova urna e quella del 1928, che diede origine alla scadenza venticinquennale rispettata nel 1954 e nel 1979, occasioni di grandi manifestazioni religiose e folcloristiche di vasta risonanza, mentre sono già in fase di programmazione i festeggiamenti previsti per il 2004.


Autore:
Damiano Pomi

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Aggiunto/modificato il 2004-02-26

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