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Sant' Essuperanzio Vescovo di Cingoli

24 gennaio

Essuperanzio, patrono di Cingoli, nacque, stando alla tradizione tramandataci, in Africa nel V secolo e fin dall'infanzia manifestò il desiderio di convertirsi; finché a dodici anni, dopo vive insistenze, riuscì a convincere il padre, ariano o manicheo, a dargli il permesso di ricevere il battesimo secondo il rito cattolico. Una volta cresciuto, non volle sposarsi e lasciò la famiglia per andare a predicare il Vangelo. Percorse così buona parte dell'Africa del Nord, conducendo vita monastica. Imbarcatosi per l'Italia, durante la traversata convertì l'equipaggio della nave e sedò con la preghiera una violenta tempesta. Toccata terra a Numana, nei pressi di Ancona, si incamminò alla volta di Roma, dove riprese la sua predicazione e fu imprigionato. Il papa lo fece rimettere il libertà, lo consacrò vescovo e lo mandò a reggere la diocesi di Cingoli, la cui sede era rimasta vacante. Fu ricevuto in trionfo e ricambiò quell'accoglienza con le sue virtù e il suo zelo pastorale. Dopo quindici anni di episcopato, nei quali compì numerosi miracoli, sentendosi vicino a morire indicò egli stesso il luogo dove voleva essere sepolto, fuori della città. (Avv.)

Martirologio Romano: A Cingoli nelle Marche, sant’Esuperanzio, vescovo.


Tre dei quattro santi di questo nome furono vescovi, vissuti più o meno negli stessi anni: uno, di origine greca, fu vescovo di Como negli anni a cavallo tra il V e il VI secolo, ed è festeggiato il 22 giugno; un altro, che si ricorda il 30 maggio, resse la gloriosa diocesi di Ravenna nella seconda metà del V secolo cioè nel tristissimo periodo della caduta dell’Impero d’Occidente e della conquista di Ravenna da parte di Odoacre; il terzo fu vescovo di Cingoli nel V secolo, ed è quello che si festeggia oggi. A loro si aggiunge il diacono Essuperanzio, che morì martire a Spoleto nel 303 (festa il 30 dicembre). Essuperanzio patrono di Cingoli nacque, stando alla tradizione tramandataci, in Africa e fin dall’infanzia manifestò il desiderio di convertirsi; finché a dodici anni, dopo vive insistenze, riuscì a convincere il padre, ariano o manicheo, a dargli il permesso di ricevere il battesimo secondo il rito cattolico. Una volta cresciuto, non volle sposarsi e lasciò la famiglia per andare a predicare il Vangelo. Percorse così buona parte dell’Africa del Nord, conducendo vita monastica. Imbarcatosi per l’Italia, durante la traversata convertì l’equipaggio della nave e sedò con la preghiera una violenta tempesta. Toccata terra a Numana, nei pressi di Ancona, si incamminò alla volta di Roma, dove riprese la sua predicazione e fu imprigionato. Il papa lo fece rimettere il libertà, lo consacrò vescovo e lo mandò a reggere la diocesi di Cingoli, la cui sede era rimasta vacante. Fu ricevuto in trionfo e ricambiò quell’accoglienza con le sue virtù e il suo zelo pastorale. Dopo quindici anni di proficuo episcopato, illustrato da numerosi miracoli, sentendosi vicino a morire indicò il luogo dove voleva essere sepolto, fuori della città. Gli furono fatti solenni funerali. Queste notizie biografiche sono incerte e basate in gran parte su tradizioni non controllabili e supposizioni; ma il culto che risulta prestato al santo nella città marchigiana è antichissimo, e assai pregevoli le opere d’arte eseguite in suo onore. Negli statuti comunali del 1307 sant’Essuperanzio è invocato come "capo e guida del popolo di Cingoli" e in quelli del 1325 la chiesa a lui dedicata era posta sotto la protezione del Comune.


Fonte:
Giornale di Brescia

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Aggiunto/modificato il 2004-11-05

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