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Servo di Dio Giovanni Antonio Pellissier Eremita

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Saint-Oyen (Aosta), 22 settembre 1715 – Napoli, 21 ottobre 1786


La stranezza della vicenda umana di Giovanni Antonio Pellissier è che cercò il silenzio e la pace nell’Italia Meridionale, è più specificatamente nella vivace città di Napoli, lasciando la più che silenziosa e raccolta Valle d’Aosta.
Nacque il 12 settembre 1715 a Saint-Oyen (Aosta), compì gli studi di retorica, filosofia e teologia con la guida dei Canonici Regolari del SS. Salvatore di Aosta, i quali l’esortavano a proseguire nel conseguire gli Ordini sacri.
Ma Giovanni Antonio dopo aver preso la tonsura clericale, lasciò la Valle e si mise a pellegrinare in varie città alla ricerca di luoghi silenziosi e favorevoli alla preghiera.
Nel 1745, aveva 30 anni, si fermò nei dintorni di Arezzo; nell’agosto 1751 era a Montevergine e ad ottobre arrivò a Paternopoli (Avellino) dove indossò il saio di eremita, dedicandosi alla vita ascetica e nel contempo impartendo nozioni d’istruzione elementare ai fanciulli del luogo.
Due anni dopo, nel luglio 1763 scelse come eremitaggio un luogo denominato “Infrascata”, nome settecentesco di caratteristica e isolata zona della collina del Vomero, allora un villaggio di Napoli di incomparabile bellezza, oggi un ammasso di enormi palazzi e condomini.
Qui si prese cura di una cappella dedicata a S. Maria di Costantinopoli e periodicamente scendeva in città per frequentare chiese e biblioteche, intrattenendo rapporti di amicizia e spiritualità con i padri Conventuali di S. Antonio a Tarsia e con i Pii Operai di S. Giorgio Maggiore, ambedue situati nel centro storico di Napoli.
In una sua annotazione si legge che il 15 settembre 1767, poté ascoltare con molto interesse ed entusiasmo, la predica che il futuro Santo e Dottore della Chiesa mons. Alfonso Maria de’ Liguori (1696-1787) teneva nel Conservatorio dei Ss. Filippo e Giacomo, sulla parabola del figliuol prodigo.
Il 21 ottobre 1786 dopo aver ricevuto l’Eucaristia nella chiesa di S. Giorgio Maggiore, fu colpito da un colpo apoplettico e morì circondato da fama di santità; fu sepolto nella stessa chiesa.
Nel 1965 i suoi resti mortali furono traslati nella chiesa parrocchiale della natia Saint-Oyen in Valle d’Aosta.
L’8 luglio 1965 la Congregazione per le Cause dei Santi ha emesso il decreto sugli scritti.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2004-11-08

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