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San Lazzaro Principe serbo, martire

15 giugno (Chiese Orientali)

Prilep (Macedonia), 1329 – Kosovo, 15 giugno 1389


Il principe Lazzaro si trova all'apice dell'agiografia serba, poiché simboleggia il martirio redentivo della nazione, avvenuto su quello che fu il suo Golgota, cioè la battaglia del "Campo dei Merli" (Kosovo, 1389). Lazzaro nacque nella famiglia dei Hreblijanovic, a Prilep, in Macedonia, nel 1329.
Nel 1353 sposò Milica. Svolse alti incarichi alla corte degli zar Stefano Dusan (1331-1355) prima, e poi di Stefano Uros(1355-1371). Nel 1370 divenne egli stesso principe di un territorio autonomo nella regione di Nis.
Nel 1371, dopo la disfatta degli eserciti serbi a Cirmen, a sud di Adrianopoli, divenne signore della Serbia, aggregando intorno a sé i diversi despotati nei quali si era frantumata la nazione serba. Rinsaldò alleanze importanti su gran parte del territorio balcanico con una fortunata politica matrimoniale, facendo sposare le proprie figlie a potenti sovrani.
Si assicurò l'appoggio e la simpatia della Chiesa serba - oltre che con generose donazioni e restauri di chiese e monasteri, come quello di Chilandar, al Monte Athos - soprattutto con l'iniziativa di pacificazione tra il Patriarcato serbo e quello costantinopolitano, in disaccordo dal 1346. La riconciliazione fu condotta a buon fine quando il principe Lazzaro inviò a Costantinopoli un'autorevole delegazione, guidata dall'anziano monaco Isaia, della quale faceva parte anche Nicodemo, il futuro vescovo di Tisman.
L'autorità di Lazzaro crebbe quando riuscì ad infliggere ai turchi una dura sconfitta a Plocnik, nel 1386. Quindi organizzò quello che pensava sarebbe stato il colpo decisivo contro gli ottomani, nella piana del Kosovo. Lo scontro tra Lazzaro, a capo di un'alleanza cristiana, e Murat II, alla testa degli eserciti islamici, avvenne il 15 giugno 1389, festa di San Vito. In quella battaglia caddero numerosi eroi d'ambo le parti, e gli stessi condottieri Lazzaro e Murat persero la vita.
I cronisti serbi considerano quella del Kosovo come la giornata più gloriosa della storia nazionale, simile alla vittoria di Cristo sul Golgota. Al centro di questa visione troneggiava Lazzaro, il "Grande Martire", che con la sua morte annunciò il riscatto dalla schiavitù "agarena" (la soggezione, cioè, ai figli di Agar, come venivano chiamati i musulmani dai cristiani balcanici). Già nell'anno successivo alla morte, Lazzaro entrò a far parte dei Sinassari liturgici serbi. Il patriarca Danilo III ci fornisce il testo agiografico più importante che lo concerne, il Discorso sul principe Lazzaro (1392-1393), elogiativo e insieme biografico. Biografie, elogi, carmi liturgici e profani, iscrizioni in suo onore, come la stele del Kosovo, del 1403/04, tutta la produzione agiografica proveniente soprattutto dal monastero di Ravanica, dove venne sepolto, lo rendono la figura maggiormente celebrata nel pantheon della Serbia. Durante la Seconda Guerra Mondiale (1940-1945), per ragioni di sicurezza, le sue spoglie mortali, incorrotte, vennero traslate nella cattedrale di Belgrado (1942). Viene festeggiato nelle Chiese Orientali il 15 giugno.


Autore:
Giorgio Eldarov


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum Orientalium

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Aggiunto/modificato il 2005-09-08

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