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Zippora Moglie di Mosè

Personaggi biblici

Nel deserto, presso un pozzo, Mosè conobbe Zippora, nome che in ebraico indica un “uccello” femmina, forse un totem della sua tribù. Con lei c’erano le altre sue sei sorelle. Praticò il rito della circoncisione sul figlio e lo simulò anche sul marito, placando così l’ira divina: questo episodio enigmatico vede Zippora quasi come una sacerdotessa che celebra il rito tipico dell’aggregazione al popolo ebraico per suo figlio e suo marito.


Mosè sta marciando nel deserto con gli Ebrei che hanno lasciato alle spalle la schiavitù. Camminare e vivere nelle aspre solitudini del Sinai non è certo rose e fiori e ben presto gli Israeliti cominceranno a tormentare coi loro lamenti Mosè. È questa la scena che la prima lettura della liturgia di questa domenica ci presenta (Esodo 16, 2-15). Ecco, noi immaginiamo che Mosè, passando in mezzo a quegli spazi desolati, punteggiati solo da qualche rara pianta capace di sopravvivere nell’aridità del deserto, ricordasse il suo primo soggiorno nel Sinai.
Allora era solo un principe egizio ribelle per amore del popolo delle sue origini, Israele. Ma in quel deserto aveva incontrato anche l’amore, una donna di nome Zippora, che in ebraico indica un “uccello” femmina, forse un totem della sua tribù; ma noi potremmo fantasticare che, chiamandola, Mosè potesse come gli innamorati di oggi, dirle: “Passerotto mio”. Certo è che egli l’aveva conosciuta in modo strano. Assetato, aveva raggiunto un pozzo nel deserto di Madian, un’area posta forse verso l’attuale golfo di Aqaba. Là era giunta anche Zippora col gregge del padre, un sacerdote di cui la Bibbia ci dà due nomi, Reuel e letro.
Con lei c’erano le altre sue sei sorelle. Ma, all’improvviso, ecco irrompere alcuni pastori che, con la prepotenza maschile, cacciano quelle donne daI pozzo. Mosè con veemenza aveva preso le parti delle ragazze e le aveva aiutate ad attingere acqua. Tornate a casa, esse avevano raccontato l’episodio al padre che le aveva mandate a cercare quell’uomo che vagava solitario nel deserto, per ospitano a casa sua e concedergli in moglie Zippora. I due ebbero un figlio che Mosè volle chiamare Ghershom, cioè “straniero qui”, “forestiero in questo luogo”, proprio come lo era anche suo padre (Esodo 2,16-22).
Più tardi, quando Mosè rientrò dall’Egitto e si presentò a capo delle tribù di Israele in marcia verso la terra promessa, Zippora gli venne incontro con suo padre Reuel-Ietro. Fu in quell’occasione che, accanto a Ghershom, c’era il secondo figlio di cui prima la Bibbia non aveva parlato, Eliezer, cioè “il mio Dio è l’aiuto” (Esodo 18,4). Quell’incontro fu gioioso e prezioso per i consigli che il vecchio suocero seppe dare a Mosè sulla gestione del potere. Ma la figura di Zippora suscitò qualche imbarazzo e cattiveria in Maria e Aronne, sorella e fratello di Mosè, come si ricorda nel libro dei Numeri(12,1) ove Zippora è detta “etiope”, forse a causa del colore della sua pelle e delle sue origini straniere.
Di lei vogliamo in finale rievocare uno strano episodio che risale alle origini del suo matrimonio con Mosè. Il racconto biblico è allusivo e oscuro, pieno di tensione: «Mentre Mosè era in viaggio, nel luogo dove pernottava, il Signore gli venne contro e cercò di farlo morire. Allora Zippora, presa una selce tagliente, recise il prepuzio del figlio Ghershom e con quello toccò i piedi (cioè i genitali) di Mosè e gli disse: Tu sei uno sposo di sangue per me. Dio, allora, si ritirò. Essa aveva detto “sposo di sangue” a causa della circoncisione» (Esodo 4,24-26). Il rito della circoncisione che Zippora pratica sul figlio e la circoncisione simulata che compie sul marito placa l’ira divina: così sembra da interpretare questo episodio enigmatico che vede Zippora quasi come una sacerdotessa che celebra il rito tipicò dell’aggregazione al popolo ebraico per suo figlio e suo marito. Curiosamente ancor oggi in arabo “marito” e “circoncisione” sono parole che derivano dalla stessa radice.


Autore:
Gianfranco Ravasi


Fonte:
Famiglia Cristiana

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Aggiunto/modificato il 2009-02-05

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