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Filippo ed Enrico Simonino Oblati di Maria Vergine

Testimoni

Filippo: Torino, 1793 - Carignano (TO), luglio 1819
Enrico: Torino, 29 settembre 1797 - Nizza (Francia), 15 agosto 1863

Martirologio Romano: A Bridlington in Inghilterra, san Giovanni, sacerdote, che, priore del monastero dei Canonici regolari di Sant’Agostino, rifulse per la preghiera, l’austerità e la mansuetudine.


Scorrendo il lungo elenco di già sante e venerabili figure, oppure avviate verso il riconoscimento ufficiale delle loro eroiche virtù o che semplicemente siano morte in concetto di santità, colpisce la presenza di un cospicuo numero di fratelli e sorelle di sangue, testimoni di una santità del vivere, sorta e vissuta sin dai primi anni, all’interno della famiglia originaria, supportata dall’amore e dalla religiosità di genitori profondamente cristiani.
Non c’è l’intenzione di nominarli tutti, ma tuttavia, non si può non notare che fra le regioni italiane, il Piemonte annovera diversi fratelli consanguinei, tutti testimoni di una fede vissuta con l’ausilio dell’operosità apostolica, del vivere evangelico, delle energie spese a favore e sollievo dei più bisognosi della società del loro tempo.
Ne citiamo alcuni: S. Paolo della Croce (Paolo Danei), fondatore dei Passionisti (Ovada, 3 gennaio 1694 - Roma, 18 ottobre 1775) e venerabile Giovanni Battista Danei, cofondatore dei Passionisti (Ovada, 4 aprile 1695 - S. Angelo di Vetralla, 30 agosto 1765); beato Giovanni Maria Boccardo, fondatore (Moncalieri, 20 novembre 1848 - Pancalieri, 30 dicembre 1913) e venerabile Luigi Boccardo, fondatore (Moncalieri, 9 agosto 1861 - Torino, 9 giugno 1936); Serve di Dio, laiche Terziarie Francescane Teresa Comoglio (Piobesi Torinese, 27 giugno 1843 - Torino, 2 giugno 1891) e Giuseppina Comoglio (San Vito, 17 marzo 1847 - Torino, 2 maggio 1899), ecc.
Con loro vi sono i due sacerdoti torinesi, Filippo Simonino (Torino, 1793 - Carignano (TO), 1819) ed Enrico Simonino (Torino, 1797 - Nizza (Francia), 1863), degni componenti della Congregazione degli Oblati di Maria Vergine.

Filippo Simonino
Fra i due fratelli, fu quello che morì più giovane a soli 26 anni; nacque a Torino nel 1793 e con il fratello Enrico, nato quattro anni dopo, erano figli dell’avvocato Eligio Simonino, sostituto Avvocato dei Poveri, poi senatore del Senato di Torino e vice presidente del Tribunale torinese; la madre Teresa Gianotti, aristocratica, era figlia del conte Gianotti.
Filippo Simonino aveva due anni, quando nel 1795 la famiglia si spostò a San Mauro Torinese, in una villa con vasta tenuta.
Erano gli anni della guerra del Regno di Sardegna contro Napoleone, che vide nel 1796 la sconfitta del re Carlo Emanuele IV, la sua abdicazione a favore del fratello Vittorio Emanuele I e il suo ritiro in esilio a Cagliari.
I Simonino poterono ritornare a Torino verso il 1804 e il giovanissimo Filippo fu affidato per l’insegnamento della retorica e filosofia, al sac. don Luigi De Gubernatis, ex francescano; nel periodo della sua gioventù ebbe come maestro spirituale don Pallano rettore della parrocchia di Santa Maria in Piazza; e a 17 anni, il 23 gennaio 1810 Filippo prese l’abito clericale dalle mani dello stesso rettore.
Nel 1812 il padre di Filippo ed Enrico morì a soli 50 anni, lasciando la famiglia senza il sostegno della sua posizione sociale, che quindi ben presto si trovò in difficoltà finanziarie.
Un aiuto molto valido arrivò il 21 giugno 1814, con la nomina di Filippo Simonino a “Primo Chierico di Cappella e Camera” del re Vittorio Emanuele I, rientrato dall’esilio da appena un mese.
Sempre dal 1814 fu membro della “Pia Unione di San Paolo”; questa Pia Unione era il frutto della fusione dell’”Amicizia Cristiana” e dell’“Aa” due società segrete e che padre Pio Brunone Lanteri (Cuneo, 1759 - Pinerolo, 1830), riorganizzò dopo il suo ritorno dal confino nella sua casa di Bardassano dal 1811 al 1814, confino comminatagli dai francesi, per aver organizzato l’assistenza al papa Pio VII, durante la prigionia a Savona, inflittagli da Napoleone.
L’Associazione si caratterizzava per la fedeltà al magistero del papa, per le materie teologiche e per l’adozione della teologia morale alfonsiana; inoltre si poneva come obiettivo, quello di formare la società attraverso la stampa cattolica, così padre Pio Brunone Lanteri fu una sorta di anticipatore dell’opera del beato Giacomo Alberione.
Filippo venne ordinato sacerdote nel 1816 e subito dopo, il 30 marzo 1816, divenne cappellano di corte effettivo. Dopo essere venuto a conoscenza della fondazione nel 1815, della nuova Congregazione religiosa, gli “Oblati di Maria Vergine”, istituita a Carignano (Torino) da padre Pio Brunone Lanteri per le missioni interne, don Filippo Simonino nel 1818 volle entrarvi a far parte.
Nella nascente Congregazione si diede subito alla predicazione delle missioni e degli Esercizi di s. Ignazio; tappe delle sue predicazioni furono Novalesa, Polonghera, Barolo, Fossano, Dronero, Alba, Bra, Groscavallo, Monticelli e altri posti.
Inoltre il suo apostolato ebbe gran successo fra i giovani dell’oratorio, il primo che sorgeva in Piemonte e che i padri Oblati di Maria Vergine, avevano istituito a Carignano per la gioventù maschile, anticipatori dell’opera educativa di s. Giovanni Bosco.
Padre Filippo Simonino morì a causa del tifo petecchiale, nel luglio 1819 a Carignano in concetto di santità, aveva solo 26 anni.

Enrico Simonino
A confronto del fratello Filippo, la vita di Enrico essendo durata fino ai 66 anni, contro i 26 di lui, fu naturalmente più elaborata; ma fino al 1819 egli ricalcò le orme del fratello maggiore, negli studi, nel sacerdozio, nella cappellania reale, nella scelta della congregazione religiosa, proseguendo poi da solo verso il traguardo di una vita tutta votata all’apostolato e al sostegno della sua Congregazione.
Enrico Simonino nacque a Torino il 29 settembre 1797, quattro anni dopo Filippo, l’infanzia, la fanciullezza e l’adolescenza, trascorsero in famiglia, seguendo le vicende già descritte.
A Torino continuando a dimorare in famiglia, Enrico fece gli studi filosofici e teologici nel Seminario, con l’obbligo di frequentare il ‘clero’ di Santa Maria in Piazza a cui era associato, era altresì incaricato dell’insegnamento del catechismo ai bambini nei giorni di festa e in Quaresima.
A 20 anni, il 18 agosto 1817, Enrico Simonino ricevette la prima tonsura nella chiesa di San Filippo, per ricevere poi l’ordinazione sacerdotale il 19 marzo 1820, da mons. Chiaverotti nella chiesa dell’Immacolata Concezione.
Nel 1825, come già il fratello Filippo, don Enrico Simonino venne nominato Cappellano Soprannumerario alla corte del Re di Sardegna, carica che conservò fino al 30 dicembre 1853.
Altri incarichi importanti furono: Confessore ordinario degli alunni del Collegio delle Province di Torino; insegnante di canto gregoriano e cerimonie, ai giovani chierici del ‘clero’ di Santa Maria in Piazza; dal 1833 fu Direttore della Regia Opera di Mendicità Istruita.
Inoltre nel tempo libero dagli incarichi di corte, don Enrico Simonino, si dedicò con zelo al ministero sacerdotale nelle parrocchie della diocesi e avendo conosciuto gli Oblati, fondati da padre Pio Brunone Lanteri, aiutò gli stessi nella predicazione delle missioni fuori diocesi,
Come nel 1818, il fratello maggiore era entrato a far parte della Congregazione degli Oblati di Maria Vergine, anche Enrico, dopo aver superato l’opposizione del vescovo Chiaverotti suo cugino, volle entrarvi nel 1833, quando era Rettore Maggiore il padre Reynaudi conosciuto sin dal 1816, quando entrambi erano membri della già citata “Pia Unione di San Paolo”. Il fratello Filippo, era già morto prematuramente 14 anni prima nel 1819.
Fra gli Oblati padre Enrico Simonino fu apostolo infaticabile e con varie responsabilità; nel 1834 fu presente all’apertura della nuova Casa della Consolata, concessa agli Oblati da papa Gregorio XVI con il favore di re Carlo Alberto e nella quale entrò con altri dodici confratelli; da allora gli Oblati furono chiamati anche gli “Oblati della Consolata”.
Nel 1839 fu eletto consultore generale; nell’organo direttivo rimase poi per tutta la vita; dal 1846 al 1851 fu anche Rettore del Santuario della Consolata, centro spirituale di tutta Torino.
Quando fu libero dall’insegnamento teologico, poté dedicarsi alla predicazione delle missioni popolari, che lo vide presente attivamente in numerosi comuni piemontesi.
Spirito aperto alle innovazioni tecnologiche, ne intuì l’utilità per la diffusione dei principi cristiani; divenne socio e sostenitore sin dalla fondazione, avvenuta il 1° luglio 1848, del giornale quotidiano cattolico “L’Armonia”, impegnandosi notevolmente alla sua diffusione.
Nel 1856 lo si ritrova impegnato nella diffusione de “La Civiltà Cattolica”, la prestigiosa e coraggiosa rivista dei Gesuiti.
Fu grande sostenitore delle Missioni della Congregazione, inviando denaro e medicinali e mantenendosi sempre in contatto con gli Oblati missionari.
La fama della sua preparazione teologica e organizzativa, gli procurò l’invito del vescovo di Asti, mons. Filippo Artico, affinché aggiornasse le regole dell’antico Convitto della Sacra Famiglia, detto anche Ritiro o Opera Isnardi e delle religiose che vi appartenevano, dette “Isnardine”, per meglio adeguarle alle mutate esigenze del tempo. Padre Enrico Simonino nel 1845 si recò ad Asti, predicò gli Esercizi alle ‘Isnardine’ e dopo aver studiato la situazione, scrisse la nuova Regola.
Ancora nel 1857-58 fu direttore dell’Associazione di San Francesco di Sales, nella chiesa della Visitazione di Torino, poi trasferita nella chiesa di Santa Chiara.
Gli ultimi anni della sua vita, trascorsero nel triste periodo della soppressione degli Istituti religiosi, da parte del Governo sabaudo; anche la Congregazione degli Oblati di Maria Vergine, subì il provvedimento; espulsi dal Piemonte si concentrarono nella Contea di Nizza in Francia.
Il 9 febbraio 1859 padre Enrico lasciò la Consolata per trasferirsi a San Ponzio presso Nizza, condividendo a fianco del Rettore padre Biancotti, quel periodo doloroso e difficile per gli Oblati.
E a Nizza morì santamente il 15 agosto 1863 a 66 anni; fu senz’altro una figura gloriosa dell’allora nuova Congregazione degli Oblati della Consolata.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2006-02-15

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