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Sant' Aussenzio Sacerdote ed archimandrita

14 febbraio

m. Monte Skopa, Bitinia, 14 febbraio 473

Sant'Aussenzio, probabilmente figlio di un persiano di nome Addas, trascorse gran parte della sua vita quale eremita in Bitinia, regione dell'Ellesponto davanti a Costantinopoli. In precedenza era stato una delle guardie equestri dell'imperatore d'Oriente Teodosio II, regnante dal 408 al 450. Venuto a conoscenza durante il servizio militare della vita eremitica praticata da parecchi asceti, Aussenzio decise di abbracciare il loro stile di vita stabilendosi sulla collina desertica di Oxia, a una dozzina di chilometri da Costantinopoli. Si guadagnò ben presto fama di santità e numerose persone cercavano il suo consiglio su questioni spirituali. Sembra che anch'egli ad un certo punto venne accusato di monofisismo, dottrina che negava la natura umana di Gesù, ma venne scagionato. Aussenzio costruì un nuovo eremo sul monte Skopa, nei pressi di Calcedonia, dedicando tutto il resto della propria vita alla pratica della mortificazione e all'istruzione dei suoi discepoli sempre più numerosi, tra i quali vi erano anche alcune donne, che vivevano ai piedi del monte Skopa ed erano conosciute come le «trichinaraeae», cioè indossatrici di sacchi. Aussenzio morì il 14 febbraio probabilmente nell'anno 473. (Avvenire)

Martirologio Romano: Sul monte Scopa in Bitinia, nell’odierna Turchia, sant’Aussenzio, sacerdote e archimandrita, che, vivendo su un’altura come su una cattedra, difese con voce potente la fede calcedonese.


Sant’Aussenzio, probabilmente figlio di un persiano di nome Addas, trascorse gran parte della sua vita quale eremita in Bitinia, regione dell’Ellesponto frontale a Costantinopoli. In precedenza era stato una delle guardie equestri dell’imperatore d’Oriente Teodosio II, regnante dal 408 al 450 e sostenitore della causa monofisita. Venuto a conoscenza durante il servizio militare della vita eremitica praticata da parecchi asceti, Aussenzio decise allora di abbracciare totalmente il loro stile di vita stabilendosi sulla collina desertica di Oxia, a una dozzina di chilometri da Costantinopoli. Si guadagnò ben presto una grande fama di santità e numerose persone cercavano il suo consiglio su questioni spirituali. Pare che ad un certo punto fu forse sospettato anch’egli di monofisismo, per contatti con l’erronea dottrina attribuita a Eutiche, secondo cui dopo l’Incarnazione in Cristo non rimase che la sola natura divina, e perciò nel 451 entrambi furono convocati a Calcedonia ove era stato convocato il IV concilio ecumenico. Eutiche fu condannato e deposto, mentre Aussenzio scagionato dall’imputazione poté tornare alla sua vita.
Sozomeno scrisse di lui: “Fu noto per la sua pietà piena di fede, lo zelo verso gli amici, la morigeratezza della vita, l’amore per le lettere e la profondità delle sue conoscenze nella letteratura sia secolare che ecclesiastica. Fu modesto e riservato nella condotta, nonostante avesse familiarità con l’imperatore e gli uomini di corte. La sua memoria è tuttora riverita dai monaci e dagli uomini religiosi che lo conobbero”. Aussenzio costruì un nuovo eremo sul monte Skopa, nei pressi di Calcedonia, dedicando tutto il resto della propria vita alla pratica della mortificazione ed all’istruzione dei suoi discepoli sempre più numerosi. Anch’egli, al pari di molti eremiti, pur amando la solitudine non riusciva a cacciare coloro che si recavano da lui in cerca di consiglio. Ad un certo punto anche alcune donne si aggiunsero al novero dei suoi discepoli e vivevano in apposite comunità ai piedi del monte Skopa. Erano conosciute come le “trichinaraeae”, cioè indossatrici di sacchi, per via dei rozzi abiti che indossavano.
Alla morte di Aussenzio, probabilmente il 14 febbraio 473, le monache ottennero le spoglie del santo e le seppellirono nella chiesa del convento. In tale anniversario Sant’Aussenzio, sacerdote ed archimandrita, è ancora oggi commemorato dal Martyrologium Romanum.


Autore:
Fabio Arduino

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Aggiunto/modificato il 2006-03-07

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