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Santa Gudula Vergine

8 gennaio

Hamme, Belgio, 650 - 712 circa

Nata ad Hamme attorno al 650, suo padre, il conte Witger, si fece in seguito poi monaco, mentre la madre era santa Amalberga. Ma sono sante anche la sorella Raineld e le cugine Gertrude di Nivelles e Begga, a loro volta figlie dei santi Pipino di Landen e Ida di Nivelles. Questa stirpe di santità assume un significato particolare oggi, perché ricorda l'importanza che ha avuto il Vangelo nel dare forma alla cultura e alla società europea fin dai tempi più antichi. Gudula viene ricordata per la sua scelta di una preghiera assidua e continua come stile di vita. Morì forse nel 712.

Patronato: Belgio, Bruxelles

Etimologia: Gudula = buona, gentile, dal celtico

Emblema: Lanterna, Candela

Martirologio Romano: A Moorsel in Brabante, nell’odierno Belgio, santa Gúdila, vergine, che si dedic̣ in casa sua alla carità e alla preghiera.


Santa Gudula, oggi festeggiata dal Martyrologium Romanum, è la patrona del Belgio ed in particolare di Bruxelles, capitale belga, ove le è dedicata una grande chiesa. Poche sono però le notizie certe sulla sua vita. Nell’XI secolo Hubert di Brabante asserì aver tratto spunto nello scrivere la vita della santa da una versione più antica. Gudula fu esponente di una famiglia impregnata di santità: suo padre, il conte Witger, divenne poi monaco, sua madre fu Santa Amalberga, santa fu anche sua sorella Raineld, nonché le sue cugine Gertrude di Nivelles e Begga, figlie dei santi Pipino di Landen ed Ida di Nivelles.
La giovane Gudula fu educata nel monastero di Nivelles sotto la guida della cugina Santa Gertrude, sua madrina. Dopo la sua morte visse con i genitori presso Hamme, nei pressi di Alost nel Brabante, dedita alla preghiera, digiuni ed opere di carità. Ogni giorno all’alba si recava all’alba sino alla chiesa di Moorsel, distante quattro chilometri da casa, per vegliare in orazione.
La tradizione di raffigurare la santa con una lanterna od una candela accesa nasce proprio da questa narrazione e la legenda vuole che spesso il diavolo tentasse di spegnerla con un soffio. La medesima rappresentazione è riscontrabile in Santa Genoveffa di Parigi.
Gudula morì assai probabilmente verso l’anno 712 ad Hamme, sua città natale, e fu sepolta dinnanzi al portale della chiesa. Durante il regno di Carlo Magno, suo lontano parente in quanto discendente di Pipini di Landen, le reliquie della santa vennero traslate dietro l’altar maggiore della chiesa del Santissimo Salvatore in Moorsel. Si dice che lo stesso imperatore fosse solito recarsi a pregare sulla sua tomba e fondò nei paraggi un monastero dedicato alla memoria della santa, poi distrutto dai normanni.
Nel 978, grazie all’intervento del conte di Lorena, i resti della santa furono trasferiti nella chiesa di Saint-Géry di Bruxelles, per poi essere nuovamente trasferiti nel 1047 nella più crande chiesa collegiata di San Michele, poi ribattezzata in onore di Santa Gudula. Le sue reliquie furono infine disperse per mano dei calvinisti nel 1579.

Autore: Fabio Arduino
 


 

Gudula (nome di origine celtica, significa “buona, gentile”) è una bambina fortunata perché i suoi genitori, parenti dell’imperatore Carlo Magno, sono ricchi e nobili. Molti componenti della sua famiglia sono santi come la madre Amalberga, la sorella Raineld e la cugina Gertrude di Nivelles. Il padre, il conte Witger, diventerà monaco. Gudula nasce in Belgio, ad Hamme, nel 650 e, già da bambina invece di giocare, preferisce pregare. Ha bei vestiti, cibo in abbondanza, dolci di tutti i tipi, una stanzetta riscaldata, tanti giocattoli, un giardino dove correre all’aria aperta, due genitori che le vogliono bene. Invece tanti altri bambini non hanno nulla. La buona Gudula pensa a loro, ai bambini poveri senza famiglia né casa, nulla da mangiare né legna per scaldarsi. Pensa ai bambini che tremano per il freddo e piangono per la fame, sporchi, vestiti di stracci, sfruttati e picchiati da chi li fa lavorare come schiavi o li costringe a rubare, a scappare, a nascondersi. Bambini sfortunati a cui nessuno dà una carezza, rimbocca le coperte e dà il bacio della buona notte.
Gudula, con questi pensieri, entra nel Convento di Nivelles per ricevere una buona educazione dalla cugina e madrina Santa Gertrude. La cugina purtroppo muore e così Gudula torna a casa dai suoi genitori. Qui le sue giornate trascorrono in maniera semplice e umile: mangia solo il necessario per vivere e compie opere di carità verso i bisognosi. Inoltre la santa tutti i giorni, al mattino presto, quando il sole sta per sorgere, si reca a piedi in chiesa per pregare: per la sua famiglia, i servi, i contadini, i cavalieri, i malati e i bambini. La chiesa è lontana da casa sua quattro chilometri e d’inverno Gudula cammina quando è ancora buio. La santa porta sempre con sé una lanterna per farsi luce. Si racconta che un giorno, mentre attraversava il bosco per andare a Messa, gli spiritelli del Male, indispettiti dalla bontà della fanciulla, con un soffio abbiano spento il lume della lanterna lasciando Gudula in balia delle tenebre. La ragazza non si perde d’animo: prega rivolta al Cielo e subito il lume si riaccende.
Santa Gudula muore intorno al 712 ad Hamme. È patrona del Belgio e di Bruxelles dove sorge una splendida cattedrale a lei dedicata e dove si svolgono le cerimonie religiose della famiglia reale belga. Il suo emblema è una lanterna e viene invocata per la buona salute dei bambini.


Autore:
Mariella Lentini


Fonte:
Mariella Lentini, Santi compagni guida per tutti i giorni

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Aggiunto/modificato il 2023-12-18

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