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Gesualdo Nosengo

Testimoni

San Damiano d'Asti, 20 luglio 1906 - Roma, 13 maggio 1968

Grande umanista e laico impegnato a infondere il lievito del Vangelo tra la gioventù studentesca, Gesualdo Nosengo nasce a San Damiano d'Asti il 20 luglio 1906. Lasciata l'azienda paterna, entra nella Compagnia di San Paolo. Contemporaneamente si iscrive all’Università Cattolica, laureandosi in Pedagogia. Animatore di gruppi giovanili guardati con sospetto dalle autorità fasciste, ama ripetere che l'insegnamento non è un mestiere, ma una missione. Il 18 giugno 1944 promuove la fondazione dell'Uciim (Unione cattolica italiana insegnanti medi), avendo al centro della sua visione la pedagogia di Gesù Maestro. Muore a Roma il 13 maggio 1968.


La vita
Astigiano d'origine, Nosengo ha legato il suo nome all'Uciim, l'Unione cattolica insegnati medi, che lui stesso ha fondato nel giugno 1944 a Roma; in quell'anno Nosengo aveva già 38 anni, e la sua esperienza personale e professionale aveva raggiunto traguardi significativi. Nato a San Damiano d'Asti il 20 luglio 1906, cresce insieme a cinque fratelli. Frequenta il ginnasio presso i Salesiani, ma presto deve interrompere gli studi per lavorare con il padre nella fornace di famiglia; successivamente si trasferisce a Torino, entra nell'Istituto salesiano di Valsalice per le scuole superiori, al termine delle quali arrivano i due anni di servizio militare.
Poi, l'ingresso nella Compagnia di San Paolo (istituto secolare al quale rimane fedele fino alla morte), e nel 1935 la laurea in pedagogia, conseguita all'Università Cattolica di Milano. Conclusi gli studi proprio a Milano diventa insegnante di religione, come laico, grazie a una particolare concessione dell'Arcivescovo di Milano, card. Schuster; dopo quattro anno di lavoro pubblica 'Così come siamo', un primo diario della sua esperienza tra i banchi di scuola.
Nosengo è anche l'estensore del lungo capitolo del codice di Camaldoli sull'educazione. Negli anni della guerra frequenta personaggi del calibro di Fanfani, Moro, Andreotti, Dossetti, La Pira, Taviani, Vanoni. Ed è in questo clima che il 5 giugno 1944, nella Roma appena liberata, Nosengo fonda l'Uciim, inizialmente nell'ambito del Movimento Laureati di Azione Cattolica. Dell'Unione degli insegnanti medi Nosengo rimane presidente per 24 anni, fino alla morte avvenuta nel 1968.

Hanno detto di lui
"Gesualdo Nosengo ha saputo offrire una vera testimonianza cristiana mediante l'insegnamento, la formazione del laicato cattolico, in particolare attraverso il servizio di rinnovamento della scuola e la preparazione degli insegnanti: un impegno svolto sempre con dedizione, disinteresse, carità e verità. Il segreto di ciò che Nosengo è stato, ha operato e insegnato, va ricercato nella sua profonda fede, contrassegnata da una singolare amicizia con Gesù Cristo, sostenuta da un'ininterrotta preghiera e meditazione evangelica, Gesualdo è stato un uomo di intensa azione e di un generoso servizio agli altri, perché era un uomo di Dio". Questo il ritratto di Gesualdo Nosengo tracciato dal card. Angelo Sodano, il 13 gennaio 2001, in occasione di un incontro di studio dedicato alla sua figura.
"Al termine uomo, abituale nel mondo laico – proseguiva il card. Sodano - il nostro pedagogista predilige e ripropone, secondo la tradizione cristiana, quello di 'persona umana'. La concezione di uomo-persona, è mutuata esplicitamente da San Tommaso d'Aquino e arricchita dalla visione del personalismo cristiano, soprattutto attraverso le letture di Jacques Maritain e di Luigi Stefanini. Passando, poi, dal lato filosofico a quello biblico-teologico, Nosengo afferma a chiare lettere che la persona umana trova nella Persona di Gesù Cristo la sua fonte, la sua pienezza, il suo modello. È in questo orizzonte che si colloca la formazione cristocentrica, che costituisce l'asse portante ed originale dell'educazione della fede".
"Per tutti noi – concludeva il card. Sodano nel 2001, ricordando i suoi incontri con Nosengo - era l'esempio del laico impegnato a infondere il lievito del Vangelo fra la gioventù studentesca. Ci ripeteva, come in leit-motiv continuo, che l'insegnamento non è un mestiere, ma una missione, anzi una delle missioni più nobili, qual è quella di formare la persona umana. E subito poi soggiungeva che non può esservi formazione completa  della  personalità umana se manca la formazione religiosa: questa diventava così il fulcro del suo sistema  educativo".


Fonte:
www.chiesacattolica.it

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Aggiunto/modificato il 2009-02-14

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