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San Ticone Zadonskij Vescovo di Voronez, taumaturgo

13 agosto (Chiese Orientali)

Korotsk, 1724 – Zadonsk, 13 agosto 1783

Rimasto orfano di padre in giovane età, Tikhon visse in povertà la propria fanciullezza e adolescenza. Richiesto da un cocchiere che aveva offerto alla madre una grossa somma per farne il suo apprendista, riuscì a restare nella casa paterna grazie all'opposizione che il fratello Pietro pose in essere avverso tale transazione. Inizio presto a lavorare come contadino, soffrendo per lunghi periodi la fame. A tredici anni riuscì ad essere ammesso al seminario di Velikij Novgorod svolgendo al suo interno il lavoro di giardiniere. Successivamente ottenne dallo Stato una borsa di studio che gli permise di portare a termine i propri studi senza ristrettezze. Finiti gli studi, nel 1754 iniziò nel seminario la sua attività di insegnante, dapprima di lingua greca, quindi di filosofia e retorica, e nel 1758 decise di prendere gli ordini monacali. Iniziò allora una folgorante carriera ecclesiastica che lo portò solo l'anno successivo ad essere nominato Archimandrita di un monastero non lontano da Novgorod, quindi rettore del seminario di Tver' e infine, nel 1763, Vescovo di Voronež. Svolse quest'incarico per poco meno di sette anni durante i quali scrisse un notevole numero di opere di materia cristiana, represse il culto di Jarila, la dea del raccolto, ancora venerata nel contado, e riportò alla fede ortodossa i Cosacchi del Don che erano stabiliti nei pressi della città e che praticavano culti scismatici. L'eccessivo zelo nell'amministrazione della propria diocesi debilitò il suo corpo tanto da costringerlo a ritirarsi nel monastero di Zadonsk dove rimase fino alla propria morte. La sua leggendaria saggezza e l'ascetismo dimostrati negli ultimi suoi anni di vita, uniti agli scritti sulla fede che aveva composto e alla testimonianza di coloro i quali si recavano a Zadonsk per ricevere dal santo supporto e conforto, lo hanno fatto considerare dai fedeli un eguale dei Grandi Padri della Chiesa ortodossa russa. I miracoli che si racconta si siano verificati presso le sue reliquie hanno portato alla sua glorificazione nel 1861.



Nel 1783 muore Tichon di Zadonsk, monaco e vescovo della locale diocesi russa.
Nato a Korotsk nel 1724, Timoteo Savelič Sokolov entrò sedicenne nel seminario di Novgorod. Nel 1758 ricevette la tonsura monastica e fu ordinato presbitero. Eletto vescovo di Voronež nel 1763, Tichon si ritirò dopo soli cinque anni nel monastero di Zadonsk a motivo dei suoi gravi problemi di salute. Conoscitore della teologia latina e del pietismo tedesco, egli contribuì a diffondere una spiritualità improntata alla contemplazione del mistero dell'amore di Dio rivelatosi nel Cristo sofferente. L'attenzione rivolta al mistero della croce lo aiutò così ad affrontare i suoi grandi limiti nei rapporti con la gente - era molto lunatico e collerico - fino a fargli imparare l'accoglienza e la mitezza soprattutto nei riguardi dei piccoli del suo tempo, che non mancò mai di difendere quando se ne presentava la necessità. Per questo divenne uno starec molto caro alla povera gente, e uno dei santi più amati della Russia moderna. Dostoevskij si ispirò anche a lui nel tratteggiare la celebre figura dello starec Zosima nel suo capolavoro I fratelli Karamazov. Tichon trascorse gli ultimi quattro anni della propria esistenza come recluso, preparandosi nella solitudine e nella preghiera all'incontro faccia a faccia con Dio.
 

O amore puro, sincero e perfetto!
O luce sostanziale!
Dammi la luce affinché in essa
io riconosca la tua luce.
Dammi la tua luce affinché veda il tuo amore.
Dammi la tua luce affinché veda le tue viscere di padre.
Dammi un cuore per amarti,
dammi occhi per vederti,
dammi orecchi per udire la tua voce,
dammi labbra per parlare di te,
il gusto per assaporarti.
Dammi l'olfatto per sentire il tuo profumo,
dammi mani per toccarti
e piedi per seguirti.
Sulla terra e nel cielo
non desidero che te, mio Dio!
Tu sei il mio solo desiderio,
la mia consolazione,
la fine di ogni angoscia e sofferenza.

(Tichon di Zadonsk, Dammi luce)

PREGHIERA
Successore degli apostoli,
vanto dei santi vescovi,
dottore della chiesa ortodossa,
prega il Signore di tutti
perché doni a tutti la pace
e abbia grande misericordia delle nostre anime.


Fonte:
www.monasterodibose.it

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Aggiunto/modificato il 2020-04-24

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