Di questo frate domenicano savoiardo, detto anche Talberto, Calberto o Alberto, abbiamo poche notizie, contenute nelle Vitae Fratrum di fra Geraldo di Frachet, unica fonte antica ed attendibile.
Secondo questo scritto G. nacque probabilmente alla fine del sec. XII o all'inizio del XIII; era studente a Bologna al tempo della morte di s. Domenico (1221) e fu testimone della guarigione di un indemoniato, avvenuta al sepolcro del santo il giorno dopo la sepoltura. « Costui — scrive fra Geraldo — avendo predicato venti anni e più nelle montagne di Savoia, essendo venuto a una villa la quale si chiama Acquabella, nella quale avea cantata la sua prima messa e fatto gran frutto predicando, sentendosi gravato, disse: " Paratemi che io dica messa, perocché io celebrai la prima messa in questa villa e credo che ancora celebrerò l'ultima ". La quale celebrata devotamente, si fece dare la estrema unzione e colle sue dolci e sante parole e colla sua devozione molto edificò i circustanti; poi si ad dormentò nel Signore. E fu fatto concorso di populi non poco al suo sepulcro, e si dice che molti furono da vari languori liberati, e la chiesa de' canonici regolari, nella quale fu seppellito in quella villa, fu molto aumentata di molte oblazioni ».
Non conosciamo né il giorno, né l'anno della morte di G. Il Piò, seguendo probabilmente l'Alberti, dice che « santamente spirò intorno a gli anni 1264 ». Dovette però morire prima del 1260, anno in cui sarebbe avvenuta la redazione definitiva delle Vitae.
Nel 1872, su istanza della diocesi di San Giovanni di Moriana, furono aperti i processi sul culto ab immemorabili.
Autore: Sadoc M. Bertucci
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