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Madeleine Truel

Testimoni

Lima, Perù, 1904 - Stolpe, Germania, 3 maggio 1945


Secondo le fonti storiche, i peruviani che morirono nei campi di concentramento nazista furono 22.
Tra questi c'era Madeleine Truel, nata a Lima nel 1904, la quale, giunta in Francia, si unì alla resistenza contro i nazisti aiutando a salvare numerose famiglie ebraiche, mossa dai valori cristiani trasmessi dalla sua famiglia e dalla scuola di Lima.
Madeleine era venuta in Francia guidata da profondi valori etici e cristiani appresi a Lima nella scuola parrocchiale di San Giuseppe di Cluny, i quali la motivarono ad unirsi alla resistenza quando le forze tedesche invasero la Francia.
Di genitori francesi, proveniente da una famiglia numerosa, Madeleine ricevette sin dall'infanzia una formazione profondamente cristiana. Studiò presso il Collegio di San Giuseppe di Cluny a Lima. Orfana di entrambi i genitori all'età di 24 anni, emigrò con i suoi fratelli in Francia, a Parigi, dove studiò alla facoltà di filosofia della Sorbona, frequentando la chiesa di San Francesco di Sales, nella zona tra l'Arc de Triomphe e Montmartre.
Allo scoppiare della guerra, iniziò la deportazione degli ebrei nei campi di concentramento tedeschi. Dopo l'invasione della Germania si diede il via alla resistenza francese. In questo contesto, Madeleine aiutò a preparare documenti falsi per le famiglie ebree in modo che sarebbero potute fuggire. Non si sa esattamente quanti ebrei riuscì a salvare, ma è sicuro che continuò a produrre questi documenti per almeno due anni.
Cadde poi nelle mani della Gestapo, che la torturò e abusò di lei perché non volle rivelare i nomi che conosceva. Venne deportata quindi al campo di concentramento di Sachsenhausen in Germania. La sua forza, hanno raccontato alcuni testimoni, era la lettura costante di una Bibbia lasciatale dai suoi parenti quando cadde prigioniera.
Nel lager di Sachsenhausen, a 35 chilometri da Berlino, Madeleine visse una carità eroica, non perse mai la sua gioia, condivideva le proprie razioni con i più bisognosi e incoraggiava gli altri prigionieri a non perdersi d'animo, raccontando le storie imparate in Perù. Un gesto che le valse il soprannome di "Bird Island".
Morì il 3 maggio 1945 picchiata a morte dai nazisti, in una cosiddetta "strada della morte", poche ore prima che le truppe russe arrivassero.
Prima che fu seppellita, una delle sue amiche le mise il suo braccialetto ebraico, in modo da essere identificata come vittime della furia nazista. Sul suo petto furono collocati dei gerani rossi e bianchi, in onore della sua cittadinanza peruviana. Il suo nome compare, inoltre, sul monumento dei deportati dalla Francia durante la seconda guerra mondiale, di fronte alla cattedrale di Notre Dame de Paris.


Autore:
Traduzione dallo spagnolo a cura di Salvatore Cernuzio


Fonte:
ZENIT

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Aggiunto/modificato il 2012-06-30

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