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Beato Pedro María Ramírez Ramos Sacerdote e martire

10 aprile

La Plata, Colombia, 23 ottobre 1899 - Armero, Colombia, 10 aprile 1948

Pedro María Ramírez Ramos nacque a La Plata presso Huila, in Colombia, il 23 ottobre 1899. Entrò dodicenne nel Seminario Minore a La Mesa de Elías e passò a quello Maggiore di Garzón quando non aveva ancora sedici anni. Si ritirò nel 1920, anche a causa di alcuni problemi di salute, ma tornò sui suoi passi otto anni dopo. Accolto nel Seminario Maggiore di Ibagué, fu ordinato sacerdote nel 1931. Divenne subito parroco di Chaparral; seguirono poi le destinazioni a Cunday e Fresno. Nel 1948 era da due anni parroco di Armero-Tolima quando giunse la notizia dell’uccisione di Jorge Eliecer Gaitán, candidato del partito liberale alle elezioni presidenziali. Un’ondata di violenza esplose in tutta la Colombia e lo stesso padre Pedro ne fece le spese: circolava infatti la voce che fosse dalla parte dei conservatori, come tutti gli esponenti della Chiesa cattolica. Messo in salvo dalle suore Mercedarie Eucaristiche, volontariamente decise di non scappare nottetempo. Dopo che alcuni rivoltosi ebbero profanato la chiesa e il convento delle suore, la folla iniziò a gridare di consegnare il sacerdote: le religiose scapparono e lui, rimasto solo, fu trascinato fuori, linciato e, come estremo oltraggio, accoltellato a colpi di machete. Poco prima aveva scritto il suo testamento spirituale, dove dichiarava di voler versare il suo sangue per il popolo di Armero. È stato beatificato da papa Francesco l’8 settembre 2017 a Villavicencio, nel corso del viaggio apostolico in Colombia. La sua memoria liturgica è stata stabilita al 24 ottobre, giorno del suo Battesimo, mentre i suoi resti mortali sono venerati nella chiesa parrocchiale di San Sebastiano a La Plata.



I primi tempi della formazione
Pedro María Ramírez Ramos nacque il 23 ottobre 1899 a La Plata, nel dipartimento di Huila, in Colombia; fu battezzato il giorno dopo la nascita. Quarto dei sette figli di Ramón Ramírez e Isabel Ramos, aveva altri fratelli, nati dal precedente matrimonio del padre.
Frequentò le elementari nella scuola del paese, poi, a dodici anni, entrò nel Seminario Minore a La Mesa de Elías, dove studiò con gran profitto. Il 4 ottobre 1915, a sedici anni non ancora compiuti, passò al Seminario Maggiore di Garzón.
Tuttavia, nel 1920, si ritirò dal Seminario, d’accordo col suo direttore spirituale: non era sicuro d’intraprendere la via del sacerdozio e, in più, cercava una cura per i suoi frequenti mal di testa. Trascorse gli otto anni seguenti dedicandosi all’insegnamento e impegnandosi come direttore e segretario del coro parrocchiale, ma l’antica vocazione riemerse.

Sacerdozio e incarichi iniziali
Nel 1928 entrò quindi nel Seminario Maggiore di Maria Immacolata a Ibagué, dopo un colloquio col vescovo del luogo. Fu ordinato sacerdote il 21 giugno 1931 e celebrò la sua Prima Messa nella chiesa di San Sebastiano a La Plata il 16 luglio seguente.
Nel corso del suo primo anno di sacerdozio, il vescovo di Ibagué, monsignor Pedro Martinez, lo nominò parroco di Chaparral. Fu poi destinato a Cunday, nel 1934, a Fresno, nel 1943, e infine ad Armero-Tolima, nel 1946.
In tutte le parrocchie per le quali passò, fu ricordato come un sacerdote pieno di fervore, dotato di una fede incrollabile e molto devoto alla Vergine Maria. Non fece mai passi indietro, certo com’era di dover condurre quanti gli erano stati affidati alla vera fede e alla pratica religiosa.

La rivolta del “Bogotazo”
Il 9 aprile 1948, a Bogotá, fu assassinato Jorge Eliecer Gaitán, candidato liberale alle elezioni presidenziali. Il fatto diede luogo a un’esplosione di violenza, nota come il “Bogotazo”, che non risparmiò nemmeno il paese di Armero.
Padre Pedro si trovava nell’ospedale del luogo a visitare un malato, quando gli giunsero le prime notizie della rivolta. Lui stesso rimase coinvolto: i facinorosi, infatti, ritenevano che tutti gli esponenti della Chiesa cattolica, i quali invitavano a non ricorrere alla violenza, fossero dalla parte del presidente in carica, il conservatore Mariano Ospina Pérez.

La scelta di restare
Verso le 14.30 del 9 aprile, una folla armata, composta anche da ubriachi, fu sul punto di arrestare il parroco: a salvarlo fu suor Miguelina, delle Suore Mercedarie Eucaristiche, che avevano il convento vicino alla chiesa parrocchiale.
Durante la notte, le suore e alcune famiglie offrirono a padre Pedro la possibilità di fuggire. Lui replicò, rivolgendosi a suor Miguelina: «Le dico, non scappo per nessuna ragione. Ogni volta che entro in cappella consulto il mio "amito". Lui mi dice di restare qui. Voi sì, madre, che dovete prendere le misure necessarie». "Amito" è un termine confidenziale con cui si riferiva al Signore: sentiva quindi che Lui volesse che restasse lì, tra la sua gente.

Il suo testamento spirituale
La mattina del 10 aprile, padre Pedro celebrò la Messa e diede la Comunione alle suore e a un gruppo di studenti, poi uscì per confessare un malato in ospedale e per visitare oltre centosettanta detenuti.
Poco prima di mezzogiorno distribuì, per evitare profanazioni, le ultime ostie consacrate alle suore, riservandone una per sé in caso di estrema necessità. Scrisse quindi a matita il suo testamento spirituale, indirizzato al suo vescovo e ai suoi familiari.
«Da parte mia», annotò, «desidero morire per Cristo e nella sua fede. A Sua Eccellenza monsignor vescovo esprimo immensa gratitudine poiché senza meritarlo mi fece diventare Ministro dell’Altissimo, sacerdote di Dio, e ora parroco di Armero, popolo per quale voglio versare il mio sangue. Un ricordo speciale per il mio direttore spirituale, il santo padre Dávila. Ai miei famigliari dico che sarò il primo nell’esempio che loro devono seguire: morire per Cristo. A tutti, con affetto speciale, guarderò dal cielo. La mia gratitudine profonda per le suore eucaristiche. Dal cielo intercederò per loro, in particolare per la Madre superiora Miguelina. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Armero, 10 aprile 1948».

Il martirio
Nel pomeriggio del 10 aprile, verso le 16.30, un gran numero di liberali irruppe nella chiesa e nel convento, alla ricerca di armi nascoste, profanandoli. Non trovando nulla, gridarono alle suore: «Consegnate il prete, oppure morirete tutte». Le Mercedarie Eucaristiche fuggirono sui tetti, lasciando solo padre Pedro.
Legato e spinto fuori, fu trascinato tra urla e parole di scherno fin sulla pubblica piazza. Un migliaio di persone gli si scagliò contro, ferendolo ripetutamente e mortalmente a colpi di machete. Intanto, lui perdonava chi lo stava uccidendo: «Padre, perdonali. Tutto per Cristo», furono le sue ultime parole, prima di essere finito con una pallottola alla nuca.
Il suo cadavere, spogliato della veste sacerdotale, venne abbandonato all’ingresso del cimitero cittadino; poi, alcune prostitute lo deposero in una fossa, senza seppellirlo e senza che venisse celebrato alcun rito religioso. Solo il 21 aprile, all’arrivo delle autorità, si procedette all’autopsia. Un mese dopo, i parenti di padre Pedro portarono il corpo nel cimitero di La Plata, il suo paese natale, e lo collocarono nella tomba di famiglia.

La causa di beatificazione
La fama di martirio del parroco di Armero si diffuse subito e gli vennero attribuite grazie significative e guarigioni fisiche. Tuttavia, le calunnie sulla sua persona continuavano: gli fu rimproverato di aver scagliato una maledizione sulla città, che avrebbe provocato la valanga del 13 novembre 1985, nella quale perirono più di ventimila persone.
Il nulla osta per l’avvio della sua causa di beatificazione è stato emesso il 23 febbraio 1993. Gli atti dell’inchiesta diocesana, svolta nella diocesi di Garzón, sono stati convalidati il 1° marzo 2002.
L’11 dicembre 2012 si è riunita la Commissione storica. Nello stesso anno è stata consegnata la “Positio super martyrio”, esaminata il 20 maggio 2016 dai Consultori teologi. Il 7 luglio 2017, infine, papa Francesco ha approvato il decreto che sanciva che padre Pedro era stato ucciso in odio alla fede cattolica.
La sua beatificazione, insieme a quella del vescovo Jesús Emilio Jaramillo Monsalve, è stata celebrata l’8 settembre 2017 a Villavicencio, nel corso del viaggio apostolico in Colombia di papa Francesco, presieduta dallo stesso Pontefice.
La memoria liturgica di padre Pedro è stata fissata al 24 ottobre, giorno del suo Battesimo. I suoi resti mortali sono stati traslati il 24 agosto 2017 presso la chiesa di San Sebastiano a La Plata, dove era stato battezzato e dove aveva celebrato la sua Prima Messa.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2017-09-02

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