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Beata Maria Ausilio (Margarita Josefa) Noguera Manubens Vergine e martire

31 luglio

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Manresa, Spagna, 3 luglio 1870 – Hospitalet de Llobregat, Spagna, 31 luglio 1936

Margarita Josefa Noguera Manubens nacque a Manresa il 3 luglio 1870, da una famiglia benestante. A diciassette anni entrò tra le Terziarie Cappuccine della Madre del Divin Pastore (poi Suore Cappuccine della Madre del Divin Pastore): con i voti temporanei cambiò nome in suor Maria Ausilio. Dopo i voti perpetui, si dedicò all’insegnamento alle bambine più grandi della scuola che il suo Istituto aveva a Premià de Mar, guadagnando la loro fiducia per la sua pedagogia amorosa. Allo scoppio della guerra civile spagnola, insieme alle consorelle, cercò riparo in case fidate, ma i miliziani le colsero tutte mentre erano ospitate dal loro cappellano. Concessero loro di lasciare la città a piccoli gruppi, ma le catturarono ugualmente. Suor Maria Ausilio e un’altra suora, suor Andrea Solans Ballesté, erano in viaggio verso Manresa, dove i parenti della prima le avrebbero accolte, ma vennero arrestate e dichiararono di essere delle religiose. Vennero quindi fucilate in un luogo isolato vicino a Hospitalet de Llobregat, il 31 luglio 1936. Inserite in un gruppo di sedici martiri uccisi durante la guerra civile nei pressi di Barcellona, tra i quali è compresa un’altra loro consorella, suor Patrocinio Vilanova, sono state beatificate a Barcellona il 10 novembre 2018, sotto il pontificato di papa Francesco. La loro memoria liturgica cade il 6 novembre, giorno in cui tutte le diocesi spagnole ricordano i Martiri del XX secolo.



Josefa Noguera Manubens nacque a Manresa, in provincia di Barcellona e diocesi di Vic, il 3 luglio 1870. Fu battezzata il 4 luglio 1870 coi nomi di Margarita Josefa Carolina e ricevette la Cresima il 25 ottobre dello stesso anno. I suoi genitori erano Jorge Noguera, di professione fabbricante di “espadrillas”, e Antonia Manudens: gestivano anche la panetteria della cittadina. Era la quarta di cinque figli.
Nel 1896 suo padre, alla presenza di due testimoni, si presentò al proprio parroco e dichiarò che dava il proprio consenso affinché lei entrasse nell’Istituto delle Terziarie Cappuccine della Madre del Divin Pastore (poi Suore Cappuccine della Madre del Divin Pastore). Il 16 settembre dello stesso anno si trovava già a Sants, sede del noviziato, e scrisse al vescovo di Barcellona per chiedere a propria volta il permesso di entrare in convento.
Dopo i sei mesi di postulandato previsti dalle Costituzioni, l’8 marzo 1897 cambiò gli abiti secolari con quelli religiosi. Il 12 aprile 1898 compì la professione temporanea, diventando suor Maria Ausilio. Il 13 luglio 1903 professò invece i voti perpetui.
Nel marzo 1935 si trovava a far parte della comunità di Premià de Mar. In pieno accordo con gli insegnamenti del padre fondatore, il cappuccino padre Giuseppe da Igualada (al secolo José Tous y Soler, beatificato nel 2010), suor Maria Ausilio visse intensamente la virtù della povertà, trasmettendo alle sue allieve non tanto beni materiali, quanto istruzioni pedagogiche, volendo sinceramente bene a ciascuna di loro, comprese quelle che non potevano pagare la retta della scuola. L’affetto era ricambiato, dato che alcune di loro hanno testimoniato come sapesse ispirare fiducia e accompagnarle nel loro percorso di studio.
La letizia francescana, vissuta a contatto con le allieve più grandi che le erano state affidate, ma anche con le altre suore, era un altro suo tratto caratteristico, insieme allo spirito di preghiera e alla devozione mariana. Ogni giorno recitava il Rosario insieme alle bambine e le preparava a vivere al meglio il mese di maggio, tradizionalmente dedicato alla Madonna.
Pochi giorni dopo lo scoppio della guerra civile spagnola, il 20 luglio, le suore abbandonarono la casa di Premià. Vennero accolte in case di famiglie amiche, che accettarono di correre il rischio di venire a propria volta catturate e uccise. Un gruppo di suore andò in casa del cappellano della comunità, don Martí, mentre la superiora e un’altra suora furono le ultime a lasciare il convento.
Tuttavia, quando ormai la maggior parte delle suore era radunata in casa del cappellano, iniziarono le perquisizioni e gli interrogatori individuali. Il capo dei miliziani, dopo aver interpellato tutte, mandò una suora a comprare i biglietti ferroviari per uscire dalla città.
All’alba, a piccoli gruppi per non destare sospetti, le religiose si diressero alla stazione ferroviaria, la Estación de Francia. Molte furono arrestate e condotte in una “checa”, ovvero una prigione improvvisata e non autorizzata.
Suor Maria Ausilio, invece, proseguì il viaggio verso Manresa, per esservi accolta dai propri parenti. Era insieme alla consorella suor Andrea Solans Ballesté (al secolo Ramona). Arrivate alla stazione della metropolitana di La Torrassa, però, vennero fermate da altri miliziani. Dichiararono subito la loro identità, il loro stato di religiose e che venivano da Premià de Mar.
Vennero quindi condotte in un luogo isolato, nei pressi di un ponte che univa i quartieri di Santa Eulalia e La Torrasa. Lungo il tragitto invocarono ripetutamente il Sacro Cuore di Gesù, fino a quando, trovandosi con le armi rivolte contro di loro, esclamarono: «Sacro Cuore di Gesù, confido in te!». Era il 31 luglio 1936.
Gli effetti personali di suor Maria Ausilio permisero di far riconoscere il suo cadavere: in particolare, fu determinante un fazzoletto col numero 170, la cifra progressiva che la segnalava nell’Istituto.
Suor Maria Ausilio e suor Andrea, insieme alla consorella suor Patrocinio Vilanova Alsina, che apparteneva alla comunità di Sarrià, sono state inserite nella causa di beatificazione e canonizzazione volta ad accertare il martirio di tredici candidati agli altari, morti nella medesima persecuzione e vissuti nella diocesi di Barcellona. A capo del gruppo è stato posto padre Teodoro Illera del Olmo, superiore della comunità di Sant Feliu de Llobregat della Congregazione di San Pietro in Vincoli.
Il nulla osta per l’avvio della causa rimonta all’8 marzo 2006. Il 26 ottobre dello stesso anno è stato emesso il nulla osta anche per tre laici che avevano ospitato e aiutato alcuni religiosi della Congregazione di San Pietro in Vincoli, che sono stati quindi inclusi nella causa.
Il processo diocesano per padre Teodoro Illera del Olmo e quindici compagni, dunque, è stato aperto a Barcellona il 25 gennaio 2007 e concluso il 26 novembre 2010. Il decreto di convalida degli atti dell’inchiesta porta la data del 27 giugno 2012.
La “Positio super martyrio”, trasmessa nel 2016, è stata quindi esaminata dai Consultori Teologi della Congregazione delle Cause dei Santi, poi dai cardinali e dai vescovi membri della stessa Congregazione.
Il 18 dicembre 2017, ricevendo in udienza il cardinal Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui i sedici Servi di Dio, incluse quindi le tre Cappuccine della Madre del Divin Pastore, potevano essere dichiarati martiri.
La loro beatificazione è stata celebrata nella basilica della Sagrada Familia di Barcellona il 10 novembre 2018. A presiedere il rito in qualità d’inviato del Santo Padre, il cardinal Giovanni Angelo Becciu, successore del cardinal Amato come Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
La loro memoria liturgica cade il 6 novembre, giorno in cui tutte le diocesi spagnole ricordano i Martiri del XX secolo.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2018-11-08

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