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Serva di Dio Anne-Gabrielle Caron Fanciulla

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Tolone, Francia, 29 gennaio 2002 – Marsiglia, Francia, 23 luglio 2010

Anne-Gabrielle Caron nasce a Tolone il 29 gennaio 2002, primogenita di Alexandre e Marie-Dauphine. Cresce mostrando una speciale sensibilità verso le sofferenze altrui e un senso di responsabilità verso i fratelli minori e i compagni di scuola. Nell’estate 2008 comincia ad avere dolori alla gamba destra: sono le prime avvisaglie di un sarcoma di Ewing. Presto la bambina s’interroga sul senso di quella sofferenza: aiutata dai genitori e da alcuni sacerdoti, capisce di doverla offrire per varie intenzioni, unendole a quelle di Gesù. Riceve i Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana durante un tempo di remissione, durato però pochi mesi. Sempre più orientata all’offerta delle proprie sofferenze, si dispone ad accettare sia la guarigione, sia il suo contrario. Il 22 luglio 2010 viene nuovamente ricoverata all’ospedale de La Timone di Marsiglia, luogo dei suoi abituali trattamenti; muore alle 23.50 del giorno seguente, a otto anni e mezzo. L’inchiesta diocesana della sua causa di beatificazione e canonizzazione è iniziata il 12 settembre 2020 presso la diocesi di Fréjus-Tolone.



Nascita e famiglia
Anne-Gabrielle Caron nasce a Tolone il 29 gennaio 2002. I suoi genitori, Alexandre e Marie-Dauphine Caron, rispettivamente ufficiale sommergibilista e insegnante di Lettere Classiche, sono cresciuti secondo la spiritualità scout e determinati a trasmetterla anche ai loro figli.
Nella sua prima infanzia rivela un carattere calmo, parecchio timido e molto introverso. Sotto quest’esteriorità riservata si nasconde un’anima intera, appassionata, tendente all’impazienza, bisognosa d’affetto.
La nascita del secondogenito François-Xavier, il 9 giugno 2004, provoca in Anne-Gabrielle, fino a quel momento figlia unica, una crisi di gelosia. L’anno successivo, però, si accorge che lui sta per annegare: avvisa l’adulto che avrebbe dovuto sorvegliare lei e il fratellino, momentaneamente distratto, e gli salva la vita.

Sensibile alla sofferenza
Non è l’unica volta in cui Anne-Gabrielle si è accorta della sofferenza degli altri. Ha due anni e mezzo quando viene vista correre verso il Crocifisso della sua parrocchia, San Francesco di Paola a Tolone, e dire: «Gesù ha male. Vado a consolarlo». Offre poi dei sacrifici «per togliere delle spine dalla corona di Gesù».
Educata dai genitori a vivere la preghiera in chiesa, ma anche nel focolare domestico, a quattro anni precisamente nel gennaio 2006, comincia a domandare loro: «Morirò presto?». Subito spiega: «Ho talmente voglia di vedere il Buon Dio».

A scuola e con i coetanei
Nel settembre 2004 inizia l’asilo: le piace, è interessata alle materie, ma è anche un po’ birichina. Come a casa, veglia sugli altri e si sente responsabile nei loro riguardi.
Il 15 maggio 2006 nasce la terza figlia dei Caron, Blanche. Qualche settimana dopo, per ragioni di lavoro del padre, si trasferiscono tutti insieme nella Guyana Francese. Anne-Gabrielle non riesce a farsi amici della sua stessa età: questo fatto accresce in lei la sensibilità verso il dolore altrui.
Tornata in Europa nel settembre 2007, Anne-Gabrielle inizia il Cours préparatoire (corrispondente al primo anno della scuola primaria). S’impegna a vincere la propria timidezza andando verso i nuovi arrivati, per proporgli di essere loro amica. Quando vede un bambino solo, nel cortile della scuola o durante le feste di compleanno, cerca di farlo entrare nel gruppo. Se non ci riesce, gioca lei con lui.

L’arrivo della malattia
Nell’estate 2008, Anne-Gabrielle si lamenta per dei dolori alla gamba destra. I genitori li attribuiscono alle camminate sulle Alpi che compiono, ma peggiorano col tempo: la bambina cade spesso e si sveglia tutte le notti.
Il 24 febbraio 2009, la biopsia a cui è stata sottoposta rivela che ha un sarcoma di Ewing, un tumore osseo molto violento. Anne-Gabrielle è immediatamente ricoverata all’ospedale de La Timone, a Marsiglia. La malattia ha però già prodotto numerose metastasi. Il trattamento è molto pesante e potrebbe produrre una remissione, ma molto incerta.

L’accettazione della malattia
Anne-Gabrielle domanda regolarmente perché Dio abbia scelto proprio lei per questa prova. Don Dubrule, vicario della sua parrocchia, insieme ai suoi genitori, l’aiuta a comprendere che non avrà risposta a quest’interrogativo. Tuttavia, può dare senso alle sue sofferenze offrendole, in unione a quelle del Salvatore, per varie intenzioni. Lei comprende e impara subito a fare così.
Il 3 marzo 2009 affronta il primo ciclo di chemioterapia, da sola: sua madre è infatti in procinto di dare alla luce Alix, la quartogenita. Gli effetti, tra i quali afte della bocca, che rendono molto difficoltosa l’assunzione di farmaci, piaghe, nausee e vomiti, sono parecchio dolorosi.
Intanto, le disposizioni spirituali cui era incline da piccolissima si rafforzano: in Gesù sofferente lei sa di poter mettere tutta la propria forza. Manifesta anche un grande amore per la Vergine Maria: recita tutti i giorni il “Memorare” e costella la giornata di Ave Maria.

Momenti di dispiacere
Non si lamenta quasi mai delle sue condizioni: «Ho il mio papà e la mia mamma: sono felice. Non ho bisogno di niente». Le pesano però le continue separazioni dai genitori: «Sai, mamma, non è del tutto strano. Ogni volta che parto per l’ospedale, o è con te, o con papà. Non posso mai approfittare di voi due insieme; ho l’impressione di essere figlia di divorziati».
Il 14 marzo, a causa delle terapie, comincia a perdere i suoi capelli, prima ricci, castani e folti. Di questo soffre molto, anche a causa delle prese in giro dei coetanei.
Il 30 aprile viene annunciata una remissione dalla malattia, ma i medici ricordano ai genitori che, di lì a cinque anni, la bambina avrebbe ceduto. Sono angosciati, ma, pur senza darlo a vedere, lei avverte la pesantezza del momento: «Ho paura. Ho molta paura. Ma non so di cosa». Nello stesso mese riceve per la prima volta l’Unzione degli Infermi.

La Cresima e la Prima Comunione
Grazie alla remissione, Anne-Gabrielle viene ammessa ai Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana. Il 20 maggio 2009 riceve la Cresima, mentre la Prima Comunione viene fissata al 7 giugno. Quel giorno, però, viene trattenuta maggiormente all’ospedale de La Timone, dov’è stata ricoverata d’urgenza.
Riesce ad arrivare alla chiesa di San Francesco di Paola al momento della processione d’uscita, che allora viene interrotta per permetterle di comunicarsi. Nonostante tali circostanze così agitate, riceve Gesù per la prima volta con un raccoglimento e un fervore che sconvolgono tutta l’assemblea e il sacerdote celebrante, don Dubrule.

Verso una vita più normale
Nel luglio 2009, la remissione permette di alleviare il trattamento di chemioterapia. Anne-Gabrielle, libera dal dolore e dagli effetti secondari, riprende una vita quasi normale: sembra meno ripiegata su se stessa e più gioiosa.
Ai fratellini racconta spesso: «Sai, ho avuto una malattia tanto grave di cui sarei potuta morire». La madre le chiede perché gliene parla con tale frequenza: «Perché ho creduto per parecchio tempo che sarei morta», replica. Le chiede allora che effetto le fa sentirsi dire che non morirà e si sente rispondere: «Sono contenta perché mi dico che in Cielo non avrò la mia casa di Playmobil».

Consola anche durante la radioterapia
Sul finire di agosto 2009 inizia delle sedute quotidiane di radioterapia, per sei settimane. Prima di partire per Marsiglia, ha avuto punture e prelievi sanguigni multipli. Ogni mattina deve svegliarsi alle cinque, ma non se ne lamenta, compiendo in taxi, da sola, il tragitto verso Marsiglia. Quando torna a casa, condivide coi fratelli le caramelle che le vengono regalate. Riesce anche a riprendere per qualche tempo la scuola.
Nel dicembre 2009, viene a sapere che suo padre, impegnato in mare, ha perso un concorso. La sua prima reazione è di preoccupazione per lui: «Penso al suo dispiacere. E dire che va a scoprire tutto questo lontano da noi!». Subito dopo, organizza una serata col fratello e le sorelle: insieme a loro prepara regalini, disegni, dolci e ritagli.
Il giorno dopo, quando il padre torna, Anne-Gabrielle l’abbraccia a lungo, senza parlare, poi gli da un disegno e una lettera su cui ha scritto: «Sappiamo che non è divertente, ma bisogna pensare che sia stato meglio per te… E poi il meglio è che ne siamo tutti felici e abbiamo fatto questi regali per darti coraggio».
Molte persone vanno a trovarla e le affidano le proprie intenzioni. Lei ascolta in silenzio, a volte chiede dettagli, poi conclude semplicemente: «Pregherò per loro», quindi si raccoglie in preghiera. Tutte le grazie che le vengono affidate in quei giorni vengono esaudite.

La recidiva
Il 7 gennaio 2010 viene dichiarata la recidiva. Anne-Gabrielle è sconvolta: supplica che nessuno lo sappia, a parte i familiari. È terrorizzata in particolare dal pensiero di dover morire e dal vedere i suoi che si affaticano a portarla così spesso all’ospedale, oltre che dal vedere di nuovo cadere i suoi capelli.
Al momento di andare a dormire, presa nuovamente da forti dolori, domanda: «Mamma, sto per morire?». Lei cerca di rassicurarla e l’ascolta dire: «So che tutto andrà bene perché so che il Buon Dio farà sì che tutto andrà bene».
Nei giorni successivi continua a domandare perché Dio abbia permesso di guarirla per poi farla riammalare. Lo chiede anche al suo confessore, don Benoît Arnauld, cugino di suo padre, che spesso le porta la Comunione a casa: la trova così raccolta, dopo averle dato l’Ostia consacrata, che deve darle dei colpetti sulla spalla per farla tornare alla realtà.
Nel corso dei suoi ricoveri, sviluppa un legame speciale con i bambini affetti da progeria, una malattia che comporta l’invecchiamento precoce. Le infermiere se ne accorgono: quando arriva un nuovo paziente, lo portano nella sua camera, perché lei è l’unica in grado di fare loro buona accoglienza.

La Promessa scout e il viaggio a Lourdes
A febbraio, il responsabile del branco degli Scout d’Europa che frequenta e che, ancora in quei giorni, prega a lungo per lei, le domanda se è pronta per la sua Promessa. È felice e fiera al tempo stesso, ma all’improvviso diventa preoccupata: «Papà, pensi che risulterò una brava lupetta?». Il 12 febbraio 2010, giorno della cerimonia, al momento di salutare il suo branco, sul suo volto si è dipinta la fierezza di prima.
Ad aprile va a Lourdes con la famiglia. Confida: «Sai, mamma ho detto alla Madonna che, se non volesse guarirmi, non è grave. Ma le ho chiesto di permettere che io possa di nuovo camminare normalmente. Vorrei tantissimo poter correre di nuovo ed essere come le altre».
Il miracolo non arriva: ogni ora, lei chiama i genitori per avere la morfina e, subito dopo, chiede perdono per averli costretti a svegliarsi.

L’offerta per i bambini malati e per i peccatori
Nel giro di pochi giorni, Anne-Gabrielle ha dolori tali da non riuscire a muoversi, né ad andare a Messa coi familiari. La madre, che l’assiste, si sente dire: «Ho chiesto al buon Dio di darmi tutte le sofferenze dei bimbi dell’ospedale». Con una precisazione: «Soffro così tanto che se loro potessero non soffrire…».
Quando la madre decide di far celebrare una novena di Messe per le anime del Purgatorio, lei ribatte: «Oh, mamma. Per le anime del Purgatorio, va molto bene… Ma io preferirei che fosse per i poveri peccatori»: trova infatti tremendo che tante anime continuino a perdersi, nonostante Gesù abbia patito anche per loro.

Non è difficile fare il bene
A volte dice alla madre che vorrebbe essere una grande santa, «come santa Teresa di Lisieux!». Un’altra volta lo afferma, sicura e tranquilla: «Ma io sarò santa…». Poco dopo, le confida: «Di tanto in tanto, non spesso, mi dico che quando sarò morta mi dirò che in fondo non è affatto difficile fare il bene. È vero, non è difficile essere gentili, pensare agli altri, obbedire e non dare le botte ai fratelli e alle sorelle».
Una sera, tutta la famiglia si riunisce per meditare sulle piaghe di Gesù. A un certo punto, Anne-Gabrielle esclama: «No! È troppo!». La madre, che le volta le spalle, si gira verso di lei, che è seduta sul divano. Ha in mano un’immagine del Crocifisso ed è in lacrime. Rispondendo allo sguardo interrogativo della madre, spiega: «Gesù ha sofferto troppo…».

Gli ultimi giorni e la morte
Nella notte tra il 7 e l’8 luglio 2010, la bambina ha fortissimi dolori alla testa, poi piomba in stato semi-comatoso. I genitori capiscono di doverla portare a casa, per lasciarla morire lì, ma il 22 luglio la riportano in ospedale perché le venga somministrato un farmaco particolarmente potente.
La mattina del 23 riceve, per la terza volta, l’Unzione degli Infermi e il Viatico. Alterna fasi di coscienza e di assopimento. Nel pomeriggio, rivolta a don Arnauld, domanda perentoriamente: «Non andrò in Purgatorio?». Lui le risponde che andrà immediatamente in Cielo.
Alle 20, i suoi genitori recitano una decina di Rosario inginocchiati accanto al suo letto e le orazioni di santa Brigida, mentre un sacerdote suggerisce le giaculatorie per i moribondi. Dopo un’agonia di trenta ore, alle 23.50 di venerdì 23 luglio 2010, Anne-Gabrielle muore; ha otto anni e mezzo.
Nell’omelia della Messa delle esequie, celebrate nella parrocchia di San Francesco di Paola a Tolone il 27 luglio 2010, don Arnauld la ricorda così: «Quanti l’hanno avvicinata comprendono meglio questa parola di Gesù: “Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli (Mt 18,10) Vedere Anne-Gabrielle era già vedere Dio».

La fama di santità e l’avvio della causa di beatificazione e canonizzazione
Il comportamento di Anne-Gabrielle, già durante la sua vita, aveva fatto pensare ai familiari, agli amici e ai compagni scout e di scuola, di aver di fronte un’esistenza santa. La pubblicazione dell’omelia delle esequie e, nel 2016, l’uscita del libro-testimonianza «Là où meurt l’espoir, brille l’Espérance» («Lì dove muore la speranza brilla la Speranza»), hanno permesso la diffusione della sua storia a un numero più vasto di persone.
Nel luglio 2018 monsignor Dominque Rey, vescovo di Fréjus-Tolone, ha concesso l’imprimatur a una novena per chiedere la sua intercessione, che ha cominciato a circolare anche tramite i mezzi di comunicazione sociale.
Sono quindi iniziate le fasi preliminari della sua causa di beatificazione e canonizzazione. La parrocchia di San Francesco di Paola si è resa parte attrice della causa. L’8 dicembre 2019 Pascal Barthélemy, postulatore designato, ha presentato il Supplice libello per la richiesta d’introduzione della causa. Il 9 giugno 2020 i membri della Conferenza Episcopale Francese, riuniti in assemblea plenaria, hanno dato parere positivo a riguardo.
Il 26 maggio 2020 la Santa Sede ha concesso il nulla osta, mentre il 26 agosto 2020 è stato pubblicato l’Editto per invitare i fedeli a comunicare ogni possibile informazione utile alla causa. Il 2 settembre 2020 sono quindi stati nominati i membri del Tribunale ecclesiastico.
La prima sessione dell’inchiesta diocesana su vita, virtù e fama di santità della Serva di Dio Anne-Gabrielle Caron si è svolta sabato 12 settembre 2020, alle 18, presso la chiesa di San Francesco di Paola a Tolone.

Novena per l’intercessione di Anne-Gabrielle Caron (tradotta dall’originale francese)
Santissima Trinità,
per mezzo del Cuore Immacolato di Maria,
ti rendiamo grazie per
la piccola Anne-Gabrielle,
di tutto ciò che Tu hai compiuto
nella sua breve vita.
Lei si è consegnata al Tuo Amore
ed era animata da un grande zelo
per la salvezza delle anime.
Ti preghiamo, per sua intercessione,
di accordarci questa grazia…,
che noi sollecitiamo
dalla Tua Misericordia infinita,
se tale è la Tua Volontà d’Amore per noi.
Amen.

Padre Nostro, 10 Ave Maria, Gloria al Padre

Imprimatur:
Tolone, 2 luglio 2018, festa della Visitazione della Beata Vergine
† Dominique Rey, vescovo di Fréjus-Tolone


Autore:
Emilia Flocchini


Note:
Per informazioni: www.anne-gabrielle.com

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Aggiunto/modificato il 2020-10-17

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