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> Home > Sezione Chiese Orientali Ortodosse > San Silvestro (Iustin L’vovich Ol’shevskij) Condividi su Facebook Twitter

San Silvestro (Iustin L’vovich Ol’shevskij) Vescovo e martire

(Chiese Orientali)

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1 giugno 1860 - 26 febbraio 1920


Il martire Sil’vestr (al secolo Iustin L’vovich Ol’shevskij) nacque il 1 giugno 1860 nel villaggi Kosovka governatorato di Kiev. Studiò prima nel seminario teologico di Kiev e poi all’Accademia teologica che terminò a pieni voti nel 1887. Dato il diffondersi delle sette in terra ucraina il nostro credette opportuno specializzarsi nello studio di queste per prepararsi ad in lavoro missionario fra i settanti. Proprio a questo scopo egli pensava che un missionario laico potesse svolgere con più profitto il suo lavoro fra coloro che avevano aderito alle varie sette. Il 7 marzo 1889, cosa del tutto unica in quel tempo, l’insegnante Iustin venne ufficialmente nominato missionario laico per la diocesi di Kiev. Allo stesso scopo egli scrisse anche un libro “La confutazione degli Stundisti secondo i testi della Bibbia”, testo che ebbe parecchie edizioni ed un gran successo per il ritorno degli eretici all’ortodossia. Altro libro che, secondo l’affermazione di uno studioso contemporaneo, “aprì nella storia l’era della missione interna” è “Direttorio per i parroci di campagna”
Nel 1890 il vescovo di Poltava Ilarion invitò Iustin Ol’shevskij ad insegnare nel suo seminario teologico e nello stesso tempo a svolgere anche nella sua diocesi il compito di missionario fra coloro che avevano abbandonato la Chiesa ortodossa. Su esplicito invito del vescovo Ilarion, Iustin Ol’shevskij asccettò di essere ordinato sacerdote il 2 febbraio 1892. Anche come sacerdote non smise di occuparsi della sua vocazione missionaria fra gli studenti e gli intellettuali che si erano allontanati dalla fede. Il 15 ottobre 1896 venne nominato ‘ispettore’ di tutte le scuole ortodosse della diocesi di Poltava. Più volte il Santo Sinodo gli propose di essere consacrato vescovo, ma egli costantemente rifiutò. Alla fine dovette cedere.
Il 23 ottobre padre Iustin fu ordinato monaco, prese il nome di Sil’vestr e il 16 gennaio 1911 fu consacrato vescovo e nominato vicario della diocesi di Poltava.. Il 13 novembre 1914 passò, sempre come vicario, alla diocesi di Orenburg e il 14 giugno 1915 venne nominato ordinario della diocesi di Omsk in Siberia.
Nell’autunno del 1917 si aprì a Mosca il Concilio della Chiesa ortodossa russa che ristabilì il Patriarcato e nominò il Patriarca Tichon. Il vescovo Sil’vestr Per arivare da Omsk a Mosca dovette trascorre in treno otto giorni in un vagone strapieno di militari. Traduciamo alcune note dal diario del vescovo: “Fratelli, riconoscete la libertà per tutti gli uomini? Se riconoscete la libertà di non credere, dovete riconoscere anche la libertà per quelli che credono. Non dovete disprezzare i non credenti, ma non dovete neppure offendere i credenti. Voi parlate liberamente ad ogni cittadino e liberamente lo giudicate, ma non toccate Dio e le cose sante.” Dopo queste parole i soldati si calmano e incominciano ad interrogare gentilmente il vescovo: Il vescovo approfitta del lungo tragitto per catechizzare i soldati e per invitarli alla preghiera. Tutti acconsentono… Prima di lasciare il treno: “Miei cari, ho passato con voi quasi una settimana. Ho potuto conoscere le vostre buone qualità morali: avete aiutato i bisognosi. Questo è un tipico comportamento evangelico. Ho notato la vostra capacità di sopportazione; anche questo è un bene. Ho visto come vi trattate vicendevolmente con amore; da questo nasce l’amicizia e l’amore cristiano. Per queste vostre buone qualità Cristo è con voi. Devo però dirvi che certe parole volgari sarebbe meglio non usarle… Alla fine assieme al vescovo i soldati cantarono un inno alla Madonna”.
Dopo l’interruzione forzata del Concilio, il vescovo Sil’vestr ritornò in Siberia, alla sua sede di Omsk. Già infuriava la guerra civile. Il 6 febbraio 1918 le guardie rosse entrarono nell’abitazione del vescovo. Incontrarono per primo Nikolaj Cirkura, economo della diocesi, e lo fucilarono sul posto, senza alcun motivo, semplicemente per far capire che con loro non si poteva scherzare, poi presero il vescovo Sil’vestr, non gli permisero neppure di indossare il capotto (in Siberia, a Omsk in febbraio la temperatura media è sotto i -20 gradi) e lo trascinarono a piedi per le vie della città ingiuriandolo ad ogni piè sospinto fino al comando dei rossi e qui venne imprigionato. Quando la popolazione venne a saperlo protestò energicamente, fu proclamato lo sciopero generale. Tutte le botteghe calarono le saracinesche. Di fronte alla reazione del popolo, dopo appena un giorno di prigione, il vescovo Sil’vestr venne liberato.
Nel novembre del 1918 la conferenza episcopale della Siberia si riunì a Toms e poiché il fronte della guerra civile impediva ai vescovi della Siberia di tener rapporti con il Patriarcato di Mosca si costituì la ‘Direzione temporanea della Chiesa siberiana’ a cui venne eletto come presidente il vescovo Sil’vestr. Per prima cosa egli introdusse nelle scuole l’insegnamento religioso che i comunisti avevano abolito e riaprì 5 seminari teologici e 5 scuole ortodosse. Ciò fu possibile perché in quel periodo Omsk era presidiata dalle guardie bianche, ma nell’autunno del 1919 le guardie rosse occuparono la città. L’arcivescovo fu subito arrestato e dopo due mesi di prigione venne martoriato e poi crocifisso il 26 febbraio 1920.


Autore:
Padre Romano Scalfi


Fonte:
www.culturacattolica.it

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Aggiunto/modificato il 2020-05-13

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