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Beato Nicola Tum Castro Quiatan Laico e martire

29 settembre

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Cholá, Guatemala, data ignota – Chicamán, Guatemala, 29 settembre 1980

Nicolás Tum Castro Quiatan nacque a Cholá in Guatemala; la data esatta è ignota. Per vent’anni fu catechista e ministro straordinario della Comunione. Quando fu sempre più chiaro che la Chiesa in Guatemala era perseguitata a causa dell’impegno di sacerdoti e laici per i diritti fondamentali della popolazione più povera e, in aggiunta, non arrivava più nessun sacerdote nella sua parrocchia di Chicamán, portava di nascosto l’Eucaristia nascosta in mezzo alle tortillas, o nel sacco con cui trasportava il mais. Denunciato anonimamente, durante la notte del 29 settembre 1980 fu aggredito all’interno della sua stessa abitazione, situata nella località di Los Platanos a Chicamán. Supplicò di non essere portato via, per non dover essere torturato e, quindi, non rivelare i nomi di altri catechisti: venne quindi assassinato nel cortile di casa, a circa trentacinque anni. Incluso nella causa di beatificazione che comprendeva tre Missionari del Sacro Cuore e altri sei laici della diocesi di Quiché, è stato con loro beatificato il 23 aprile 2021, sotto il pontificato di papa Francesco.



Nicolás Tum Castro Quiatan nacque a Cholá in Guatemala; la data esatta è ignota. Per vent’anni fu catechista e ministro straordinario della Comunione. Era un uomo tranquillo, amichevole, onesto e lavoratore, gioviale e pronto ad affrontare anche i compiti più complessi.
Quando fu sempre più chiaro che la Chiesa in Guatemala era perseguitata a causa dell’impegno di sacerdoti e laici per i diritti fondamentali della popolazione più povera, lui propose agli altri membri della sua comunità di perseverare: «Se non ci lasciano riunire nella cappella, lo faremo in montagna, o nelle grotte, o di notte nelle nostre case. In questi tempi di persecuzione, abbiamo più bisogno del Corpo di Cristo affinché ci dia le forze». Tutti i membri della comunità gli volevano bene e lo cercavano per il suo buon esempio e la sua dedizione.
Dato che ormai non arrivava più nessun sacerdote nella sua parrocchia di Chicamán, andava lui stesso fino a Cobán, o a volte a San Cristóbal Verapaz, per prendere l’Eucaristia. Nascondeva, con delicatezza, le Ostie in mezzo alle tortillas, avvolte in un panno, dentro lo zaino che era parte del tipico equipaggiamento dei contadini in viaggio, oppure nel sacco nel quale depositava il mais, che portava con un mecapal (una striscia di cuoio o di cotone, usata tradizionalmente per caricare pesi sulle spalle) fino al suo villaggio.
Fu denunciato anonimamente come “persona sgradita”, così il 29 settembre 1980, durante la notte (secondo alcuni testimoni, verso le 23), alcuni individui bussarono con forza alla porta di casa sua, nella località di Los Platanos. Poiché nessuno apriva, sfondarono la porta e penetrarono nella sua semplice abitazione.
Cercarono di portare via Nicolás, ma lui si aggrappò con tutte le sue forze al pilastro principale della casa e gridò: «Uccidetemi qui, ma non portatemi via!». Aveva infatti il presentimento che avrebbero potuto torturarlo perché rivelasse i nomi di altri catechisti, come era già avvenuto in casi simili.
Subito, secondo testimoni oculari, «lo afferrarono per il braccio e lo trascinarono come un bambino fuori dall’abitazione». Gli spararono sette colpi, che gli fracassarono la colonna vertebrale e gli spezzarono una spalla.
Quando gli aggressori se ne furono andati, lui non era ancora morto. Chiamò la sua famiglia e, rivolto alla moglie, le chiese di prendersi cura dei figli. Quindi iniziò a recitare il Padre nostro, ma spirò mentre ancora pregava; aveva circa trentacinque anni.
La fama di martirio e di santità di Nicolás portò a includerlo nella causa di beatificazione e canonizzazione che comprendeva tre sacerdoti Missionari del Sacro Cuore e altri sei laici della diocesi di Quiché, molti dei quali erano membri dell’Azione Cattolica Rurale.
Il processo diocesano si svolse dal 21 luglio 2007 al 22 marzo 2013; il nulla osta fu rilasciato dalla Santa Sede il 4 settembre 2007. La convalida giuridica degli atti del processo arrivò il 17 ottobre 2014, mentre la “Positio super martyrio” fu consegnata nel 2018.
Il 23 gennaio 2020, ricevendo in udienza il cardinal Giovanni Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco autorizzò la promulgazione del decreto con cui veniva riconosciuto il martirio di Nicolás Tum Castro Quiatan e compagni, aprendo la via alla loro beatificazione.
La celebrazione si è svolta nella cattedrale della Santa Croce a Santa Cruz del Quiché, il 23 aprile 2021, presieduta dal cardinal Álvaro Leonel Ramazzini Imeri, vescovo della diocesi di Huehuetenango, come delegato del Santo Padre.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2021-04-21

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