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Beato Giovanni Aguilar Donis Sacerdote domenicano, martire

3 settembre

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Amusco de Campos, Palencia, 1° giugno 1886 – Pozos de Tabernas, Almería, 2/3 settembre 1936

Juan Aguilar Donis nacque ad Amusco de Campos, in provincia e diocesi di Palencia, il 1º giugno 1886. A quattordici anni entrò nella Scuola Apostolica (la struttura per bambini e ragazzi che sembravano dare segni di vocazione religiosa) dei Domenicani a Zafra, dove prese l’abito religioso il 6 ottobre 1901. Professò i voti il 12 ottobre 1902. Nei conventi dove passò, a Jerez de la Frontera, Almagro e Almería, si distinse per il suo buon carattere e per un’inclinazione speciale verso la pittura e la musica, discipline che insegnò ai giovani frati. Il 21 luglio 1936, poco dopo lo scoppio della guerra civile spagnola, fu obbligato a lasciare il convento insieme ai confratelli. Trovò rifugio presso una famiglia di conoscenti, ma il 26 agosto fu arrestato; con lui, il padrone di casa, insieme alla moglie e al figlio. Rimase per diversi giorni nel commissariato della città di Almería, sottoposto a tremende torture, sia all’interno che all’esterno della struttura. Nella notte tra il 2 e il 3 settembre 1936 fu prelevato dalla stazione di polizia e portato nel luogo chiamato La Lagarta o Pozos de Tabernas, presso Almería, dove fu assassinato; aveva cinquant’anni. Il suo corpo, riesumato il 21 febbraio 1941, venne traslato nella cappella funeraria dei frati domenicani presso il cimitero di Almería. Fu scelto come capogruppo della causa che comprendeva in tutto sei frati del convento domenicano di Almería e un Terziario domenicano: con loro è stato beatificato il 18 giugno 2022 nella cattedrale di Siviglia, sotto il pontificato di papa Francesco. La loro memoria liturgica ricorre il 6 novembre, giorno in cui le diocesi spagnole ricordano i loro Martiri del XX secolo.



I primi anni
Juan Aguilar Donis nacque ad Amusco de Campos, in provincia e diocesi di Palencia, il 1º giugno 1886, figlio di Cándido e Hipólita. Ricevette il Battesimo il 6 giugno e fu cresimato dal vescovo di Palencia, monsignor Juan Lozano Torreira, il 28 maggio 1888.
Iniziò le elementari al suo paese natale, quindi divenne allievo dei Gesuiti a Carrión de los Condes presso Palencia. A quattordici anni entrò nella Scuola Apostolica (la struttura per bambini e ragazzi che sembravano dare segni di vocazione religiosa) dei Domenicani a Zafra presso Badajoz, dove completò il liceo.

Domenicano portato per la musica e la pittura
A Zafra prese l’abito il 6 ottobre 1901. Professò i voti il 12 ottobre 1902. Due suoi fratelli erano anche loro Domenicani: fra Ángel (nato nel 1877) e fra Eduardo (nato nel 1891), entrambi appartenenti alla Provincia di Spagna. Nello stesso convento di Zafra fece i primi due anni di scienze naturali e filosofia. Si trasferì poi ad Almagro. Ebbe in quell’anno, come insegnante, Pedro Gerard, noto sociologo.
Ricevette come prima destinazione il convento di San Domenico a Jerez de la Frontera. Emergevano, tra le sue qualità, il suo buon spirito e un’inclinazione speciale per la pittura e la musica.
Nel 1924 fu destinato ad Almagro come professore di discipline umanistiche e, tra le altre materie, insegnò musica e disegno; formò un coro e dipinse diversi quadri. Nell’aprile 1930 visitò Siviglia e descrisse in modo particolare l’Esposizione Iberoamericana del 1929. Nell’ottobre del 1933 fu nuovamente assegnato ad Almería, incaricato dell’economia conventuale e della musica.

Il martirio
Il 21 luglio 1936, la comunità di Almería si vide costretta ad abbandonare il convento. Padre Juan lasciò anche i suoi quadri, che andarono bruciati. Fu ospitato da una famiglia di conoscenti fino al 26 agosto, data in cui fu arrestato; con lui, il padrone di casa, insieme alla moglie e al figlio.
Rimase per diversi giorni nel commissariato della città di Almería, sottoposto a tremende torture, sia all’interno che all’esterno della struttura. Nella notte tra il 2 e il 3 settembre 1936 fu prelevato dalla stazione di polizia e portato nel luogo chiamato La Lagarta o Pozos de Tabernas, presso Almería, dove fu assassinato; aveva cinquant’anni.
Il suo corpo, riesumato il 21 febbraio 1941, venne traslato nella cappella funeraria dei frati domenicani presso il cimitero di Almería.

La prima fase della causa di beatificazione e canonizzazione
Padre Juan venne messo a capo della causa di beatificazione e canonizzazione che comprendeva altri cinque frati, a cui fu aggiunto Fructuoso Pérez Márquez, Terziario domenicano e padre di famiglia.
Il processo informativo fu quindi celebrato dal 1962 al 1971 nella diocesi di Almería; nella medesima sede si svolse, nel 1995, l’inchiesta diocesana. La validità giuridica di entrambi venne riconosciuta dalla Congregazione delle Cause dei Santi il 3 dicembre 1999.
La “Positio super martyrio”, consegnata nel 2013, venne esaminata anzitutto dai Consultori Storici, il 10 giugno 2014. La discussione sull’effettivo martirio invece iniziò con il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi, i quali, il 23 ottobre 2018, si pronunciarono a favore. Anche i cardinali e i vescovi membri della Congregazione delle Cause dei Santi, il 10 dicembre 2019, confermarono che l’uccisione dei frati era avvenuta a causa della loro fedeltà alla Chiesa.

Il decreto sul martirio e la beatificazione
L’11 dicembre 2019, ricevendo in udienza il cardinal Giovanni Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco autorizzò il decreto sul martirio.
La beatificazione di padre Juan e compagni si svolse il 18 giugno 2022, nella cattedrale di Siviglia, nella Messa presieduta dal cardinal Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, come inviato del Santo Padre.
Nella stessa celebrazione furono elevati agli onori degli altari anche venti Domenicani del convento di Almagro e suor Ascensione di San Giuseppe, Domenicana contemplativa. La memoria liturgica dei ventisette Domenicani fu fissata al 6 novembre, giorno in cui le diocesi spagnole ricordano i loro Martiri del XX secolo.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2022-08-09

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