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> Home > Sezione Servi di Dio > Serva di Dio Antonietta Celesia De Ferrari Condividi su Facebook Twitter

Serva di Dio Antonietta Celesia De Ferrari Vedova e Sacramentina

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Genova, 13 giugno 1826 – Genova, 27 ottobre 1901

Con la guida del domenicano padre Alberto Cottolengo, fratello di san Giovanni Bosco, decise di impegnarsi affinché venisse fondato anche a Genova un monastero per l’adorazione perpetua del SS. Sacramento.



Antonietta Celesia De Ferrari nacque il 13 giugno 1826 a Genova in una famiglia benestante e molto religiosa.
Era la figlia quartogenita.
A ventiquattro anni sposò Paolo Girolamo De Ferrari. Dal loro matrimonio nacque sei figli, quatto femmine e due maschi.
Dieci anni dopo, nel 1860 morirono i due figli maschi e il marito. A soli trentaquattro anni rimase vedova con quattro bambine da far crescere ed educare.
Oltre ad occuparsi delle figlie aveva modo di impegnarsi in molte opere di carità cittadine facendosi guidare da alcuni valenti sacerdoti.
Nel 1870, Caterina la prima delle figlie entrò nel monastero delle Visitandine di Genova e nel 1973, la terza figlia Teresa prese il velo nel monastero delle Adoratrici Perpetue di Monza.
Con la guida del domenicano padre Alberto Cottolengo, fratello di san Giovanni Bosco, decise di fondare anche a Genova un monastero per l’adorazione perpetua del SS. Sacramento.
Da allora Antonietta aveva un solo scopo, quello di insediare una comunità di suore adoratrici nel capoluogo ligure.
Nel 1883, il vescovo di Genova, mons. Magnasco chiese alle Adoratrici perpetue di Monza la disponibilità per una simile fondazione nella sua diocesi.
Antonietta, nel frattempo, fra enormi difficoltà preparava la culla della nuova fondazione mettendo a disposizione la proprietà e la sua stessa casa in una delle più belle zone residenziali di Genova.
Accolta la richiesta, l’anno successivo, nel 1884, giunsero a Genova cinque monache capeggiate dalla figlia di Antonietta, madre Maria Teresa del Sacro Cuore di Gesù.
Da quel momento Antonietta Celesia de Ferrari oltre a diventare la benefattrice della nuova comunità, divenne l’umile portinaia del monastero.
Solo quando le monache divennero stabili nella loro dimora definitiva, Antonietta tornò ad occuparsi delle sue opere di carità.
Antonietta Celesia de Ferrari morì a Genova in concetto di santità il 27 ottobre 1901, dopo aver pronunciato i voti religiosi delle monache Adoratrici Perpetue e venne sepolta con l’abito delle Sacramentine.
Dopo i funerali una moltitudine di poveri accompagnò la salma al cimitero di Staglieno.
Il 25 gennaio 1922 la sua salma fu esumata e traslata a San Francesco di Albaro.
Successivamente i suoi resti vennero portati e traslati nel parlatorio delle suore adoratrici di Genova e posti accanto a quelli della figlia, madre Maria Teresa di Gesù, morta 20 giorni prima della traslazione stessa.
Il processo per la beatificazione di Antonietta Celesia de Ferrari promosso dalle monache del Monastero delle Adoratrici Perpetue e dalla diocesi di Genova fu aperto nel 1922 e la transumptum del processo informativo è presso gli archivi del Congregazione per le Cause dei Santi.


Autore:
Mauro Bonato

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Aggiunto/modificato il 2022-08-29

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